Si è spento all’età di 98 anni Giorgio Napolitano. L’ex presidente della Repubblica da tempo era in condizioni di salute precarie e non compariva in pubblico, né presenziava alle attività parlamentari. L’ultimo messaggio, invece, era arrivato in occasione della morte del Papa emerito, Benedetto XVI, quando Napolitano lo aveva definito «una grande figura della Chiesa e della cultura”.

Haters contro Giorgio Napolitano nelle ore più critiche

Nelle ore più critiche prima della morte, sui social sono comparse frasi macabre e vergognose all’indirizzo dell’ex Capo dello Stato: “Tranquillo Giorgio, molla pure che di danni ce ne hai lasciati abbastanza”. E ancora: “L’unica soddisfazione che ci è rimasta è sedersi sulla riva del fiume e aspettare che passino uno ad uno”, con l’hashtag #Napolitano a corredare il post.

Nella filiera del sarcasmo lugubre, tanti i riferimenti alla storia politica di Napolitano, per decenni esponente di spicco del Partito Comunista Italiano, come nel caso di chi si dice pronto a brindare “quando la cariatide in decomposizione #Napolitano decide di andare a trovare il Che, Mao, Stalin e altri simpatici amichetti all’inferno”.

Negli ultimi anni il presidente emerito della Repubblica aveva dovuto convivere con diversi problemi di salute. Cinque anni fa fu un dolore improvviso al torace, a quasi 93 anni, aveva costretto i medici a un ricovero e un’operazione d’urgenza.

La carriera: da Montecitorio al Quirinale

Nato a Napoli il 29 giugno 1925, Giorgio Napolitano è stato l’11° capo dello Stato e il primo nella storia della Repubblica italiana a ottenere un secondo mandato.

La politica ha sempre accompagnato e scandito le tappe della vita di Giorgio Napolitano. Eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953, è stato membro del Parlamento fino al 1996, sempre rieletto nella circoscrizione di Napoli. Dal 1981 al 1986 ha presieduto il gruppo Comunista a Montecitorio, occupandosi soprattutto di politica internazionale ed europea, sia come membro della Commissione per gli Affari Esteri della Camera (dal 1984 al 1992 e dal 1994 al 1996, sia della Delegazione Italiana presso l’Assemblea parlamentare NATO. Dal 1989 al 1992 è stato anche europarlamentare (rieletto dal 1999 al 2004), prima di diventare presidente della Camera per due anni e poi ministro degli Interni (1996). Nel 2005 è stato nominato Senatore a vita da Carlo Azeglio Ciampi, mentre l’anno dopo è arrivata l’elezione a presidente della Repubblica italiana, confermato nel 2013 quando è rimasto al Colle per due anni.

Clio Napolitano

La vita privata di Giorgio Napolitano: la moglie Clio e i figli

Giorgio Napolitano era sposato con Clio Maria Bittoni, a cui si era unito con rito civile nel 1959, in Campidoglio a Roma. Si conoscevano dai tempi dell’università, che lei aveva frequentato, laureandosi in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli, dopo il liceo classico a Jesi. Clio Maria Bittoni e Giorgio Napolitano si erano poi ritrovati a Roma, dove lui aveva intrapreso la carriera politica mentre lei lavorava in uno studio legale come esperta di diritto del lavoro; ha prestato servizio a lungo nell’ufficio legislativo della Lega delle Cooperative, per poi dimettersi nel 1992 quando il marito è stato eletto presidente della camera dei Deputati. Dal loro matrimonio sono nati due figli: Giovanni (1961) e Giulio (1969), che li hanno resi nonni di due nipoti.

«Lasciai perché mi sembrava inopportuno rimanere, essendo le mie controparti le commissioni parlamentari, la presidenza del Consiglio e altri organismi istituzionali. Ecco, forse in questo senso Giorgio ha influenzato la realizzazione di un percorso professionale», ha spiegato in una occasione la Signora Clio, che ha sempre mantenuto un basso profilo, pur restandogli accanto in alcuni eventi pubblici e viaggi di Stato.

Napolitano all'Altare della Patria

Tutti i record di Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano è stato l’11° presidente della Repubblica Italiana dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015 e il primo della storia italiana a essere stato eletto per un secondo mandato. È avvenuto il 20 aprile 2013, quando è diventato anche il più anziano presidente (al momento dell’elezione) nella storia repubblicana. È stato anche il più anziano capo di Stato d’Europa, nonché terzo al mondo: davanti a lui solo il presidente della Repubblica dello Zimbabwe, Robert Mugabe, e il re saudita Abd Allah.

Giorgio Napolitano ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015, dopo aver preannunciato l’addio in occasione del suo ultimo messaggio di fine anno, il 31 dicembre 2014, spiegando che il motivo era legato alle difficoltà a causa dell’età avanzata. È stato anche il primo capo dello Stato ad aver militato nel Partito Comunista Italiano e il terzo originario di Napoli, insieme a De Nicola e Leone.

Dall’operazione addome nel 2022 alla scomparsa

A maggio del 2022 Giorgio Napolitano era stato sottoposto a un delicato intervento all’addome. A destare apprensione era stata soprattutto l’età (97 anni). Dopo l’operazione, condotta da un’equipe dell’ospedale Spallanzani di Roma con tecnica mini-invasiva, il Presidente emerito era rimasto ricoverato in terapia intensiva nello stesso ospedale, prima di essere dimesso. In precedenza, nel 2018, aveva subito un intervento all’aorta, in seguito a un malore con forti dolori al petto.

Nella lunga carriera politica Giorgio Napolitano ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui quello di presidente della Camera nell’XI Legislatura (subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Quirinale) e ministro dell’Interno nel governo Prodi I. È stato deputato, europarlamentare e senatore a vita dal 2005, nominato da Carlo Azeglio Ciampi.

Da tempo Giorgio Napolitano non appariva in pubblico: a ottobre 2022, in occasione delle consultazioni per la formazione del Governo Meloni, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, lo aveva sentito telefonicamente.