“È giunto il momento di mettere in discussione l’idea stessa di forza e di esplorare altre forme di potere, quelle che non si basano sull’oppressione e sulla coercizione”. Lo ha detto al Salone del Libro di Torino Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, uccisa l’11 novembre del 2023 dal suo ex fidanzato Filippo Turetta.
T-shirt nera con scritto “Stop al genocidio” e capelli raccolti in trecce, la ragazza diventata attivista contro la violenza sulle donne è salita sul palco dell’Arena Robinson Repubblica e ha letto emozionata un monologo dedicato alla resistenza e all’autodeterminazione. In prima fila, ad ascoltarla c’era il padre Gino Cecchettin, che ha presentato il libro Cara Giulia (Rizzoli), scritto con Marco Franzoso.
“Il corpo delle donne è sotto attacco”
“Penso che il corpo della donna sia sotto attacco in ogni parte del mondo”, ha detto Elerna Cecchettin. “È una guerra nella guerra. Quando si tratta di conquistare territori, lo stupro è considerato arma di guerra. Un modo per dimostrare di essere più potenti”. Il suo intervento è stato interrotto da una contestatrice con un rosario in mano, che ha urlato: “Vade retro Satana. Il patriarcato è un insulto in confronto a voi. Le bestie hanno mantenuto l’istinto materno, voi invece uccidete i vostri figli”. Allontanata, la contestatrice è poi ritornata: “Giù le mani dai bambini. Non si uccidono”.
Giulia Cecchettin, il dolore della sorella
L’incontro è proseguito. “In quattro mesi mi sono ammalata una decina di volte. Quando stai male, stai male anche fisicamente. Adesso mi sto riprendendo, ma non posso dire di stare bene”, ha spiegato Elena Cecchettin, che lo scorso 2 febbraio aveva parlato in pubblico nell’Aula Magna dell’Università di Padova, dove era stata conferita una laurea alla memoria a sua sorella Giulia.
“In famiglia ci manca Giulia in momenti diversi”, ha detto Elena Cecchettin, “Io sto cercando il mio modo per convivere con la sofferenza che non se ne andrà mai. Sto tentando di riappropriarmi della mia vita”.
La sorella di Giulia Cecchettin: “Prevenire la violenza”
Quindi l’invito a tutte le donne a non lasciarsi sopraffarre dalla violenza: “Bisogna cercare di prevenire: dal cat calling ai commenti che sessualizzano le donne o a quelli che le sminuiscono. Sono tutti atti di violenza. Se le donne denunciano e non vengono credute, saranno meno spronate a farlo. Ma al di là delle denunce io dico alle persone che subiscono violenza: parlatene con gli amici, con la famiglia. Cercate di comunicarlo in giro, anche tramite i social, fate in modo che si sappia: può aiutare”, ha detto.
Nasce la “Fondazione Giulia”
Nel suo intervento, invece, papà Gino Cecchettin ha annunciato che il prossimo mese di ottobre nascerà la “Fondazione Giulia”, intitolata a sua figlia con lo scopo di fare formazione nelle scuole: “Vogliamo che il suo nome sia associato a un messaggio di speranza e di cambiamento”, ha detto, “oggi mia figlia è il simbolo della lotta contro il femminicidio”.