Gli ultimi dati dell’Inps evidenziano ancora una volta quanto in Italia le donne siano penalizzate nei confronti degli uomini sia dal punto di vista degli stipendi che dei livelli di occupazione. Secondo quanto emerge dal Rendiconto di genere presentato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’istituto di previdenza, le retribuzioni medie delle donne risultano inferiori del 20% rispetto a quelle degli uomini. Il tasso di occupazione femminile in Italia si è inoltre attestato al 52,5%, rispetto al 70,4% di quello maschile. All’interno delle aziende, soltanto il 21% dei dirigenti è donna, meno di un terzo dei quadri.
Inps: tasso di occupazione femminile più basso
Fra instabilità occupazionale, part time involontario e il carico familiare sulle loro spalle (Nel 2023 le giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state 14,4 milioni, contro 2,1 milioni degli uomini), le donne in Italia continuano ad avere gravi difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Non a caso, secondo gli ultimi dati dell’Inps, il loro tasso di occupazione nel 2023 è risultato di quasi 18 punti inferiore a quello degli uomini: 52,5%, rispetto al 70,4% degli uomini.
Meno assunzioni per le donne secondo i dati Inps
La difficoltà delle donne ad inserirsi nel mercato del lavoro emerge anche dal dato sulle assunzioni femminili, che hanno rappresentato solo il 42,3% del totale.
Contratti a tempo indeterminato: donne penalizzate
Il divario di genere si evince anche dall’instabilità occupazionale che coinvolge soprattutto il genere femminile: solo il 18% delle assunzioni di donne sono infatti a tempo indeterminato a fronte del 22,6% degli uomini.
Part-time involontario a maggioranza femminile
Le lavoratrici con un contratto a tempo parziale sono il 64,4% del totale e anche il part-time involontario è prevalentemente femminile, rappresentando il 15,6% degli occupati, rispetto al 5,1% dei maschi.
Stipendi del 20% più bassi rispetto a quelli degli uomini
E veniamo alla nota dolente degli stipendi. Secondo il Rendiconto di genere presentato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, nel nostro Paese le donne hanno in media una retribuzione giornaliera di circa il 20% più bassa degli uomini. Il gap retributivo è pari al 20% nelle attività manifatturiere, 23,7% nel commercio, 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione, 32,1% nelle attività finanziarie, assicurative e servizi alle imprese.
Donne più istruite degli uomini, ma con inquadramenti più bassi
I dati dell’Inps mettono inoltre in luce il paradosso. Mediamente le donne hanno un’istruzione maggiore rispetto agli uomini avendo primeggiato nel 2023 sia tra i diplomati (52,6%) sia tra i laureati (59,9%): nonostante qualifiche maggiori e questa superiorità nel percorso di studi, le donne fanno più fatica degli uomini a fare carriera e a raggiungere posizioni di alto livello nel mondo del lavoro. Soltanto il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri, infatti, è donna.