Temporali, nubifragi, neve sulle Alpi, il livello del Lago di Garda mai così alto dal 1977. Siamo a fine giugno e l’estate si fa ancora attendere, soprattutto al Nord. Colpa della “goccia fredda” dall’Irlanda in azione sul bacino del Mediterraneo, dicono i meteorologi. Ma di che cosa si tratta?
Che cosa è la “goccia fredda”
Lo scorso fine settimana è arrivato sull’Italia un ciclone di aria polare proveniente dall’Irlanda. Come spiegano gli esperti, alle alte latitudini scorrono correnti fredde e instabili. A latitudini più basse, invece, le correnti sono molto calde e stabili. In particolari condizioni, gli scambi di calore tra Nord e Sud Europa possono evolvere in quella che i meteorologi chiamano “goccia fredda”, cioè un blocco di aria fredda in quota che si stacca da una più vasta depressione atlantica o nordeuropea.
Un ciclone glaciale
Il nome “goccia fredda” deriva dal fatto che questo ciclone nelle mappe ha una forma circolare, come una goccia. In pratica, la “goccia fredda” altro non è che una sacca d’aria molto fredda, intorno a -30°C, che si trova a più di 5mila metri di altitudine. Questa sacca è staccata da una grande corrente d’aria fredda e, quando si separa, forma una bolla, una goccia, che cadendo assorbe le masse inferiori di aria calda.
Questo nucleo, sospinto da correnti instabili, tende a seguire traiettorie non sempre prevedibili e provoca una flessione nelle temperature. Nel caso dell’Italia è responsabile delle forti piogge degli ultimi giorni, soprattutto in Emilia Romagna, dove è scattata l’allerta arancione.
Goccia fredda, cosa succederà nei prossimi giorni
Che cosa possiamo aspettarci nelle prossime ore? Secondo il fondatore del sito iLMeteo.it, Antonio Sanò, a causa di questo ciclone si verificheranno temporali violenti, con elevato rischio di grandinate e nubifragi.
Dopo il 26 giugno, comunque, il vortice ciclonico passerà e la pressione tornerà ad aumentare. Sull’Italia guadagnerà terreno l’anticiclone sub-tropicale, che dovrebbe portare temperature più miti.
Non resta esclusa, tuttavia, la possibilità di break temporaleschi nel fine settimana successivo, che confermeranno una tendenza ormai in atto da qualche anno: periodi molto caldi e stabili alternati a pause temporalesche.