Il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre con l’aumento della temperatura media globale di 1,48 gradi rispetto al livello preindustriale 1850-1900. Una media vicinissima a quel + 1,5 gradi centigradi, limite indicato dall’Accordo di Parigi da non superare (ma per almeno 20 anni) per scongiurare la diffusione e il peggioramento di eventi meteo estremi.
È questo il cuore del rapporto “Global climate highlights 2023” presentato da Copernicus climate change (C3s), il programma di osservazione della Terra di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione europea.
Anno più caldo di sempre, dati allarmanti
Non è mai stato così caldo tanto quanto nel 2023. Le temperature – spiega Samantha Burgess, vicedirettrice del Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus – hanno superato quelle di qualsiasi altro periodo degli ultimi 100mila anni: non soltanto è stato “un anno eccezionale, in cui i record climatici sono caduti come tessere del domino, ma è stato anche il primo anno con tutti i giorni più caldi di un grado centigrado rispetto al periodo preindustriale”.
Stando alle rilevazioni di Copernicus l’anno scorso quasi il 50% dei giorni sono stati più caldi di oltre 1,5 gradi rispetto al livello del 1850-1900, e due giorni di novembre sono stati, per la prima volta, più caldi di oltre 2 gradi.
Il 2023 ha registrato una temperatura media globale sulla superficie terrestre di 14,98 gradi centigradi, 0,17 in più rispetto al precedente valore annuale record del 2016. Ogni mese da giugno a dicembre dell’anno scorso è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente, portando così il 2023 a diventare l’anno più caldo di sempre. Luglio e agosto sono stati i due mesi più caldi mai registrati mentre dicembre è stato il dicembre più caldo a livello globale, con una temperatura media di 13,51 gradi (0,85 gradi al di sopra della media 1991-2020 e 1,78 gradi al di sopra del livello 1850-1900 del mese).
Le temperature dei mari
Per quanto riguarda le temperature medie globali della superficie del mare “sono rimaste elevate in modo persistente e insolito, raggiungendo livelli record da aprile a dicembre” afferma Copernicus, spiegando che il 2023 ha visto la transizione a El Niño, il fenomeno atmosferico di riscaldamento del Pacifico, che dura fra i 9 e i 12 mesi, aumenta le piogge in alcune aree e la siccità in altre. Nella primavera del 2023, infatti, La Niña (che porta temperature fredde sull’oceano Pacifico) è terminata lasciando spazio a El Niño.
In Antartide il ghiaccio marino ha raggiunto, in 8 mesi, livelli minimi da record per il corrispondente periodo dell’anno; sia l’estensione giornaliera che quella mensile hanno raggiunto i minimi storici a febbraio 2023. Al record delle temperature medie globali hanno contribuito “la maggior parte dei bacini oceanici, e in particolare l’Atlantico settentrionale. Le temperature superficiali del mare senza precedenti sono state associate a ondate di calore marino in tutto il mondo, comprese parti del Mediterraneo, del Golfo del Messico e dei Caraibi”.
Livelli di gas serra più alti di sempre
Record per le concentrazioni di anidride carbonica e metano nell’aria nel 2023, rispettivamente a 419 ppm (parti per milione) e 1902 ppb (parti per miliardo). Le concentrazioni di CO2 (anidride carbonica) sono state di 2,4 ppm (parti per milione) superiori rispetto al 2022, quelle di metano sono aumentate di 11 ppb (parti per miliardo).
Cresce il numero di eventi estremi
In tutto il mondo l’anno scorso si è registrato un gran numero di eventi estremi, tra cui ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi. Le emissioni globali di carbonio per gli incendi boschivi nel 2023 sono aumentate del 30% rispetto al 2022, in gran parte a causa degli incendi persistenti in Canada. “Gli eventi estremi che abbiamo osservato negli ultimi mesi – afferma Carlo Buontempo, direttore del Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus – testimoniano in modo drammatico quanto siamo lontani dal clima in cui si è sviluppata la nostra civiltà”.