Il 73% dei padri italiani fruisce del congedo di paternità, ma solo il 20,4% di loro sfrutta il congedo parentale, che è un’astensione facoltativa dal lavoro concessa a entrambi i genitori. Il 69% delle madri e il 72% dei padri ritengono che il congedo di paternità dovrebbe essere esteso, mentre le madri avvertono la necessità di un periodo più lungo per l’allattamento. Inoltre, la maggior parte dei genitori (91% delle madri e 89% dei padri) considera insufficiente la durata attuale del congedo di paternità e non è d’accordo sulla tradizionale divisione dei ruoli familiari, sia nelle cure che nei compiti domestici.

Differenza fra congedo di paternità e congedo parentale

Il congedo di paternità e il congedo parentale sono due strumenti distinti, entrambi cruciali per sostenere i padri nel loro ruolo genitoriale, ma con modalità differenti. Il congedo di paternità obbligatorio è un diritto previsto per i padri lavoratori, che consente loro di prendersi 10 giorni di pausa dal lavoro, da utilizzare tra due mesi prima e cinque mesi dopo la data presunta del parto. In caso di parto di gemelli, il congedo si estende a 20 giorni. Durante questo periodo, il padre riceve una retribuzione pari al 100% del suo stipendio. Questo congedo è previsto sia per i lavoratori dipendenti che per coloro che adottano o affidano un bambino. Tuttavia, per i lavoratori autonomi o i liberi professionisti, le condizioni variano e tale congedo può essere concesso solo in casi particolari, come in caso di morte della madre o affidamento esclusivo al padre.

Il congedo parentale, invece, è un’agevolazione facoltativa che consente ai genitori di sospendere il lavoro per occuparsi dei figli fino a 12 anni. Se utilizzato dal padre, si chiama congedo di paternità facoltativo. La durata del congedo parentale può arrivare fino a 10 mesi, con la possibilità di estensione a 11 mesi in determinate situazioni. Il padre ha diritto a tre mesi non trasferibili alla madre e a un ulteriore periodo di tre mesi, che possono essere utilizzati alternativamente con la madre. A livello economico, durante il congedo parentale l’indennità è pari al 30% della retribuzione media giornaliera, ma esistono incentivi che prevedono un aumento dell’indennità al 80% per i primi due mesi di congedo, fruibili entro il sesto anno di vita del bambino.

padre e figlia

Paternità, un progetto europeo coordinato dall’Iss

I dati sull’utilizzo di congedo di paternità e congedo parentale in Italia emergono da una ricerca condotta nell’ambito del progetto europeo 4e-parent, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), finalizzato a promuovere un modello di paternità più coinvolto e responsabile. Le 4 ‘E’ rappresentano i principi fondamentali del progetto: Early, per la partecipazione da subito, Equal, per indicare un approccio paritario, Engaged, che richiama la partecipazione, Empathetic, per la valenza empatica accudente e responsiva.

L’importanza della paternità accudente

«Il fatto che più di 7 padri su 10 utilizzino il congedo di paternità è un segnale forte di una tendenza alla condivisione della genitorialità che rappresenta un chiaro indicatore di un cambiamento culturale in atto, un cambiamento certamente positivo», commenta i dati Rocco Bellantone, Presidente dell’Iss. «La paternità accudente non solo rafforza il rapporto tra i padri e i figli e le figlie, ma anche favorisce e promuove la relazione paritaria tra uomini e donne. E come una sorta di moltiplicatore positivo, può contribuire al miglioramento dell’intero sistema di relazioni all’interno delle società».

Congedo di paternità, differenze geografiche e culturali

Le ricercatrici dello studio, attraverso questionari online distribuiti tra agosto e dicembre 2023 a genitori di bambini e bambine nati tra il 2018 e il 2023, hanno esplorato le opinioni di padri e madri italiani sull’uso del congedo di paternità e del congedo parentale. Dall’analisi dei dati raccolti sono emerse differenze legate alla regione di provenienza e al livello di istruzione: i padri del Sud Italia, quelli con un titolo di studio inferiore e quelli che seguono maggiormente la tradizionale divisione dei ruoli familiari risultano meno propensi a usufruire del congedo di paternità.

Congedi dei padri e delle madri: le esigenze emerse

La maggior parte dei genitori – secondo quanto emerge dall’indagine – sono concordi nell’affermare che un congedo di paternità meglio remunerato ne stimolerebbe un maggiore utilizzo e che i padri dovrebbero poter beneficiare di un periodo di congedo più esteso. Una situazione analoga riguarda le madri, che necessitano di tempi di congedo più lunghi per soddisfare le specifiche necessità del legame madre-figlio, come ad esempio la possibilità di proseguire l’allattamento materno fino ai sei mesi e oltre.

«Il congedo di paternità è troppo breve»

«Le famiglie, le madri e i padri hanno grande necessità di misure che consentano la condivisione del ruolo di cura e della gestione domestica e la possibilità di vivere in pieno il proprio ruolo di genitori; è una questione di salute e di benessere per tutta la famiglia, soprattutto per i bambini e le bambine, fin dalla gravidanza e oltre» dice Angela Giusti, Prima Ricercatrice del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità e Coordinatrice del progetto 4e-parent. «Gli attuali congedi materni, paterni e parentali sono insufficienti – riprende Giusti – e ci auguriamo che già da questa finanziaria sia possibile mettere in atto misure correttive, in particolare estendere ad almeno tutto il primo mese di vita il congedo paterno, attualmente di soli 10 giorni».