C’è una curiosa domanda che sta spopolando su TikTok: “Quanto tempo pensi all’Impero romano?” Il trend è diventato virale e si è diffuso anche sugli altri social network. I numeri sono incredibili. L’hashtag #Romanempire ha collezionato 1,1 miliardi di visualizzazioni su TikTok ed è finito persino sul New York Times. Ma da dove arriva questa febbre per la storia antica?
“Quanto tempo pensi all’Impero romano?”
Il tormentone sembra nato dal profilo di un appassionato dell’antica Roma, Artur Hulu, che non a caso si fa chiamare “Gaius Flavius”. In un video ha invitato i suoi follower a chiedere agli uomini della propria vita quanto spesso pensassero all’Impero romano. “Le loro risposte vi sorprenderanno. Il tuo ragazzo potrebbe pensarci quotidianamente senza che tu lo sappia”, ha profetizzato. E così è stato, al di fuori di ogni aspettativa.
Le risposte
L’insolita domanda rivolta a fratelli, padri, colleghi, amici e partner ha rivelato che l’Impero romano è una mania per molti di loro che ci pensano almeno 2/3 volte a settimana, alcuni almeno una volta al mese. Altri hanno addirittura confessato che per loro è un chiodo fisso.
Il trend che piace anche ai vip
Persino le celebrities non hanno saputo resistere al trend. Jared Leto, attore e frontman della band Thirty Seconds to Mars, ha ammesso di pensare all’Impero Romano almeno due volte a settimana, complici il suo interesse per la storia e l’amore per le antiche vie della capitale italiana. Anche Mark Zuckerberg ha risposto con ironia visti i nomi che ha dato alle sue figlie: “Non sono sicuro di pensare troppo all’Impero romano ma mi domando come la pensino le mie figlie Maxima, August e Aurelia”.
Le motivazioni
Il fascino per l’antica Roma è indiscutibile e basta sfogliare un libro di storia o fare un giro in quel museo a cielo aperto che è il centro della Capitale per rimanerne abbagliati. Ma c’è chi si domanda il perché di questa nuova ossessione. Lo ha fatto per esempio addirittura il Washington Post ospitando l’opinione in merito di Hannah Cornwell, storica del mondo antico all’Università di Birmingham. Secondo la studiosa un motivo potrebbe essere che gli antichi romani sono associati alla virilità nel nostro immaginario collettivo: “La legione romana, l’aquila imperiale, l’assetto militare così come i gladiatori, sono stati a lungo associati alla mascolinità e al potere“, ha spiegato. Anche se un altro esperto in materia ha chiarito come la mascolinità romana sia un falso mito: “L’antica Roma era ovviamente patriarcale e violenta – ha scritto Lewis Webb, storico dell’antica Roma all’Università di Oxford – Ma era anche un luogo diverso: c’erano numerose forme di mascolinità, le donne potevano avere libero arbitrio e potere, ed esistevano molteplici espressioni e identità di genere, nonché varie sessualità”. Sicuramente poi film come “il Gladiatore” e serie come “Spartacus” possono aver plasmato un’idea dell’Antica Roma più attraente per un pubblico maschile.
L’interesse rinnovato per l’antica Roma
Non che ne avesse bisogno, ma grazie a questo nuovo trend, anche l’interesse per l’antica Roma gode di una nuova luce soprattutto tra le generazioni più giovani. Una fusione tra storia, cultura e umorismo che ha riportato la gloriosa storia della città al centro del mondo. Del resto, Roma caput mundi…