Nuove elementi sulla longevità sono emersi dallo studio di una rara specie di squali che vive a basse temperature, si ritiene fino all’età di 500 anni. Secondo gli scienziati, approfondire il funzionamento del metabolismo di questi vertebrati marini potrebbe rivelare indizi cruciali su come aumentare l’aspettativa di vita umana.
La longevità dello squalo della Groenlandia
La ricerca, presentata alla conferenza annuale della Society for Experimental Biology a Praga, ha preso in esame l’inafferrabile e bizzarro squalo della Groenlandia. Questo essere, dalla longevità straordinaria, non subisce un calo significativo del tasso metabolico muscolare con l’avanzare dell’età, una caratteristica molto diversa da quella degli altri animali.
Le caratteristiche dello squalo della Groenlandia
Secondo il gruppo ambientalista Oceana, questi animali spazzini raggiungono in genere i 7,3 metri di lunghezza e pesano 1.000 chili, mentre si nutrono di prede in decomposizione come orsi polari e renne. Nascono con occhi relativamente piccoli, che solitamente sono resi praticamente inutili dai crostacei parassiti che ne mangiano la cornea. Tuttavia, lo straordinario olfatto degli squali li mantiene ben nutriti mentre estraggono la carne in putrefazione.
Il tasso metabolico muscolare rimane invariato
“La maggior parte delle specie mostra variazioni nel proprio metabolismo quando invecchiano”, ha affermato al Telegraph l’autore principale della ricerca, Ewan Camplisson, dottorato dell’Università di Manchester. “I risultati supportano la nostra ipotesi che lo squalo della Groenlandia non mostri gli stessi segni dell’invecchiamento degli altri animali”.
Elementi utili per curare le patologie cardiache dell’uomo
In precedenza gli scienziati avevano pensato che lo squalo della Groenlandia dovesse la sua longevità secolare al suo habitat: le acque profonde e gelide dell’Oceano Atlantico settentrionale, che lo rendono lento nei movimenti e non richiedono grandi quantità di energia. Grazie a questi nuovi studi, i ricercatori hanno scoperto questi nuovi indizi metabolici sui muscoli che potrebbero essere utili in particolare nella ricerca di cure per le malattie cardiache dell’uomo.