Della probabile pericolosità del talco se ne parla ormai da anni. Adesso c’è una conferma ufficiale: l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) lo ha ufficialmente classificato come “probabilmente cancerogeno” per l’essere umano.

Che cosa è l’Iarc

L’Iarc è una componente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) specializzata nello studio delle malattie oncologiche. Nei giorni scorsi ha deciso di inserire il talco nel Gruppo 2A, un elenco di sostanze classificate, appunto, come probabilmente cancerogene per l’uomo.

Le sostanze potenzialmente cancerogene

Di quali sostanze si tratta? Oltre al talco, nell’elenco figurano le carni rosse, che sono state inserite nel 2015; gli steroidi; i composti rilasciati dalla frittura ad alte temperature; l’acroleina, che è una sostanza tossica contenuta, tra l’altro, nel fumo delle sigarette e nello smog. Inoltre: i bitumi; il cisplatino, cioè un farmaco chemioterapico appartenente alla classe degli agenti alchilanti, considerato un potente agente antitumorale, utilizzato da solo o con altri farmaci per curare varie forme di tumore.

Tra le altre sostanze presenti nell’elenco di quelle “potenzialmente cancerogene” ci sono: il Ddt; il glisofato; le bevande molto calde (oltre i 65 °C) e alcuni composti utilizzati per la cura dei capelli, oltre a tante altre. In totale sono un centinaio.

Talco e cancro alle ovaie: la ricerca

Ora, in questo elenco appare anche il talco, che ha molteplici utilizzi sia nel settore industriale sia nella cosmetica. Infatti, si trova in molti prodotti di bellezza e cura personale, come ciprie, fondotinta e polveri per il corpo. Queste ultime, in particolare, sono alla base della scoperta della potenziale pericolosità del talco.

Infatti, diversi studi hanno fatto emergere un’associazione tra il cancro utilizzato sulle parti intime e il cancro alle ovaie. In particolare, uno studio del 2013 condotto dagli scienziati del Brigham and Women’s Hospital di Boston ha dimostrato che le donne che utilizzano regolarmente il talco sulle parti intime hanno un rischio superiore di cancro alle ovaie del 24%.

La decisione dell’Iarc

Ma cosa rende il talco potenzialmente cancerogeno? Il rischio sarebbe in parte legato alla presenza di piccole concentrazioni di quarzo e amianto. Da qui la decisione dell’Iarc che ci sono “prove limitate” che il talco possa causare il cancro alle ovaie, specie se utilizzato nell’area genitale- perineale.

Non solo: gli esperti dell’Iarc hanno anche stabilito che esistono “prove sufficienti” che il talco provochi il cancro negli animali sottoposti a sperimentazione. Topi femmine hanno sviluppato tumori alle ghiandole surrenali e al polmone, ratti maschi hanno iniziato a soffrire di neoplasie benigne e maligne.

Infine, secondo l’Iarc esistono “prove forti” sul fatto che la famosa polvere presenti caratteristiche cancerogene su cellule umane nei test di laboratorio.

Il caso delle impiegate nell’industria della carta

Gli esperti della Iarc hanno anche sottolineato che si è registrato un aumento del tasso di cancro ovarico in donne che lavorano nell’industria della carta, anche se non è escluso che a provocare i tumori sia stata una co-esposizione all’amianto.

“Numerosi studi hanno dimostrato costantemente un aumento dell’incidenza del cancro ovarico nelle persone che auto-segnalano l’uso di polvere per il corpo nella regione perineale”, hanno sottolineato gli scienziati dell’Iarc, “sebbene la valutazione si sia concentrata sul talco non contenente amianto, nella maggior parte degli studi non è stato possibile escludere la contaminazione del talco con amianto negli umani esposti”.

Tuttavia, gli esperti hanno poi sottolineato che non è emerso un vero rapporto di causa-effetto, ma solo associazioni. Proprio per questo il talco è stato inserito nell’elenco delle sostanze “probabilmente cancerogene”, perché le prove che lo sia sono al momento limitate.