Nuova udienza davanti alla Corte d’Assise di Milano del processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio pluriaggravato di Giulia Tramontano, la 29enne fidanzata incinta al settimo mese.
Impagnatiello: “Non penso di essere pazzo”
Nel corso dell’interrogatorio Impagnatiello ha risposto alla domanda del suo difensore Samanta Barbaglia su come mai intorno a metà gennaio 2023 avesse per la prima volta raccontato a Giulia Tramontano della sua relazione parallela con un’altra ragazza. “Le confessai di avere una doppia relazione, un tradimento, ma anche in quel caso fu l’ennesima bugia perché non venne raccontato dettagliatamente ma con una storia molto fantasiosa e inventata nei dettagli”, ha detto l’imputato. “Ero un vaso saturo completamente pieno di bugie e di menzogne e non ero abituato a farlo di continuo, era come se dovesse svuotarsi di qualcosa quel vaso – ha aggiunto -. Ammisi a Giulia il tradimento per svuotarmi da qualcosa che mi mangiava dentro”.
“Essere così superficiale da andare a confessare la relazione parallela alla mia compagna in gravidanza era l’ennesimo sintomo che la mia testa stava impazzendo. Non sto dicendo che io sia pazzo, ho sperato di crederlo, ho voluto credere di essere pazzo. Non penso di essere pazzo”.
“A Giulia ho dato sofferenze che allora non vedevo”
“Quel quadro fu un regalo perché la foto ci piaceva particolarmente, rappresentava un bel momento per me, il momento di ritrovare nuovamente la mia strada con Giulia. Rivedevo Giulia”. Così Alessandro Impagnatiello ha raccontato della grande foto della coppia scattata in Spagna poche settimane prima del delitto e appesa a una parete della loro abitazione a Senago, nel Milanese.
“Anche se in questi mesi, poi, mi sono reso conto che a Giulia ho dato parecchia sofferenza che non vedevo. Non le ho dato le attenzioni e la cura che volevo darle. Però in quel momento ho ritrovato Giulia. Le regalai questo quadro – ha continuato -, una nostra foto abbastanza grande che simboleggiava un momento per noi bello e importante”.
Alla domanda della difesa se durante quella vacanza aveva sentito l’altra ragazza con cui aveva una relazione parallela, il 31enne ha risposto: “No. Le dissi che andavo con amici. L’ennesima menzogna. Le dissi che non volevo sentirla. Infatti i primi giorni di vacanza mi scriveva ma io non le rispondevo. Mi ero dimenticato di lei in quei giorni. Non la cercavo, non le scrivevo, non le rispondevo. Allontanarmi da lei in quella occasione mi riuscì. Poi purtroppo tornammo a Milano e ricaddi” e quindi la rivide.
Impagnatiello: “37 coltellate è un numero spaventoso”
“Quando sono venuto a conoscenza in carcere da un servizio in televisione di averle dato 37 coltellate, una cosa che feci automaticamente fu mimare il gesto della mano per 37 volte. Non che ci sia un numero corretto, però è una cifra spaventosa, soffocante” ha risposto Impagnatiello al pm Alessia Menegazzo che gli ha domandato perché nei primi interrogatori, dopo il fermo, disse di avere inferto a Giulia Tramontano soltanto tre colpi: “Non glielo so dire perché ho detto tre – ha aggiunto l’imputato -. Avrei potuto dire qualsiasi numero”.
“Farei di tutto per risarcire per ciò che ho fatto”
Al termine del suo interrogatorio Alessandro Impagnatiello ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea: “Vorrei trovare una possibilità di redenzione per cercare di restituire le briciole anche se so che nulla cambierà – ha affermato -. In carcere gli educatori mi hanno detto che non posso più tornare indietro ma posso però guardare avanti, sicuramente è facile a dirsi ma difficile a farsi. Io so che non posso tornare indietro, se potessi fare qualsiasi cosa per tornare indietro in questi mesi la farei. Sto ancora tanto lavorando su me stesso. Porto avanti meccanicamente la mia esistenza più che la mia vita“. E ha concluso: “Non so quale sarà il mio futuro, la mia esistenza. So solo che lo scopo della mia vita di oggi, la mia nuova vita è quello di fare qualcosa, qualsiasi cosa” anche se non mi farà riavere “Giulia e il bambino. Farei qualsiasi cosa per risarcire“.
La madre di Giulia Tramontano: “Al killer una pena esemplare”
“Il mondo già non è stato un posto giusto e all’altezza di queste due vite. In tutto questo orrore però ora è tempo che sia fatta giustizia e la giustizia in questo caso è una pena esemplare“. Lo scrive su Instagram Loredana Femiano, mamma di Giulia Tramontano, nel giorno dell’udienza del processo a carico di Impagnatiello.
“Cara Giulia – ha poi aggiunto -, non è più tempo di orrore, non è più tempo di bugie, di egoismo e di cattiveria. Chiunque ti abbia incrociato nel percorso della vita, conserva oggi un dolce ricordo che resterà un segno indelebile nella sua anima”.