Che cosa succederebbe se il mondo precipitasse in una guerra nucleare? Dopo lo scoppio di una bomba atomica, è probabile che seguirebbe un inverno nucleare.
La fuliggine proveniente dalle città e dalle foreste in fiamme invierebbe più di un milione di tonnellate di particelle nell’atmosfera, agendo come un enorme paio di occhiali da sole planetari e bloccando la luce preziosa della stella madre del sistema solare. Le temperature globali crollerebbero e, con il Sole gravemente indebolito, i sistemi alimentari collasserebbero presto, lasciando miliardi di persone a rischio di fame.
In uno scenario apocalittico di questo tipo, secondo gli scienziati solo un cibo si salverebbe e potrebbe salvare gli uomini sopravvissuti: le alghe. Già, proprio la pianta viscida che ci avvolge le gambe in spiaggia e rende così insidiose le arrampicate intorno agli scogli.
Guerra nucleare, le alghe potrebbero salvarci
Le alghe sono in realtà un superfood, non solo in termini di eccellente valore nutrizionale, ma anche per la loro capacità di crescere in maniera incredibilmente veloce. Inoltre, secondo gli studiosi, non sarebbero troppo radioattive.
Da uno studio condotto dall’Alliance to Feed the Earth in Disasters emerge che, entro 9-14 mesi dal disastro nucleare, gli allevamenti di alghe potrebbero fornire l’equivalente del 45% della domanda alimentare globale. Ciò include il 15% del cibo consumato direttamente dalle persone e il 10% dei mangimi per animali.
Il nostro sistema alimentare non funzionerà più
Il team che ha condotto la ricerca, guidato dal dottor Florian Ulrich Jehn, stima che le alghe potrebbero prevenire fino a 1,2 miliardi di morti per fame. “Avremo bisogno di cibo, e ne avremo bisogno in abbondanza perché il nostro attuale sistema alimentare non funzionerà più”, ha detto il dottor Jehn al giornale britannico New Scientist.
Le alghe potrebbero venirci in aiuto. Infatti, hanno la capacità di fotosintetizzare e svilupparsi in condizioni di scarsa illuminazione: dopotutto, crescono sott’acqua. Durante una giornata senza nuvole ai tropici, la luce solare può raggiungere i 2.000 μmol, o micromoli, l’unità di misura della luce in un metro quadrato. Alcune specie di alghe potrebbero continuare a crescere a soli 50-100 μmol.
Dopo la guerra nucleare coltiveremo alghe
Modellando il loro teorico inverno nucleare su una guerra tra Stati Uniti e Russia e l’alga Gracilaria tikvahiae, comunemente nota come graziosa erba rossa, il team ha scoperto che potrebbe essere coltivata rapidamente ai tropici. Qui, il raffreddamento delle acque superficiali affonderebbe, costringendo gli strati ricchi di sostanze nutritive sottostanti a salire, aumentando ulteriormente le coltivazioni di alghe. In alcune aree, come il Pacifico orientale, le alghe potrebbero crescere fino al 13% in un giorno.
Le proprietà delle alghe
Le alghe sono ricche di proteine, minerali, vitamine, aminoacidi essenziali e acidi grassi. Ma sono anche ricche di iodio, che può portare a problemi di salute se mangiato in eccesso. Infatti, potrebbe provocare problemi relativi alla tiroide, un organo essenziale per mantenere livelli ormonali sani.
Tuttavia, in termini di radiazioni, il team ritiene che i livelli di iodio potrebbero essere ridotti abbastanza da consentire agli esseri umani di mangiarle semplicemente lavando e lavorando le colture attraverso la bollitura o lo sbollentamento. In fondo, in mancanza di altro cibo, l’umanità non potrà fare altro che adeguarsi.