Il film Il ragazzo dai pantaloni rosa, che racconta la storia vera di un giovane vittima di bullismo e omofobia, continua a fare discutere. Dopo i fischi e i commenti omofobi di alcuni studenti durante la proiezione in anteprima alla Festa del cinema di Roma, adesso è un gruppo di genitori a chiedere che non venga proiettato nella scuola dei loro figli. È accaduto in un istituto scolastico di Treviso, dove la proiezione è stata momentaneamente sospesa.

La storia vera di Andrea Spezzacatena

Il ragazzo dai pantaloni rosa è incentrato sulla storia di Andrea Spezzacatena, 15 anni, studente del liceo Cavour di Roma. Il ragazzo si tolse la vita nel novembre del 2012 a causa dei ripetuti episodi di bullismo subiti dai suoi compagni dopo che aveva indossato un paio di pantaloni rosa, diventati così dopo un lavaggio sbagliato. Il film è tratto dal romanzo autobiografico di Teresa Manes, la madre di Andrea. Ma sta scatenando un mare di polemiche.

I fischi alla Festa del cinema

È iniziato tutto alla Festa del cinema di Roma, alla proiezione della sezione autonoma e parallela del Festival, Alice nella città. Un gruppo di studenti ha fischiato la pellicola, urlando insulti omofobi. Un episodio che ha indotto la mamma di Andrea Spezzacatena a denunciare l’accaduto.

«Si parla di educare all’empatia e ci si mostra incapaci di farlo, permettendo di calpestare in modo impietoso la memoria di chi non c’è più e, soprattutto, un’attività di sensibilizzazione collettiva, portata avanti da chi ci crede ostinatamente», ha detto Teresa Manes. Ha aggiunto: «Continuerò più forte di prima. Mio figlio non c’è più, ma l’omofobia a quanto pare sì».

«Film sull’omofobia inadatto»

Pochi giorni dopo, ecco la protesta di un gruppo di genitori di studenti di una scuola media di Treviso, che aveva organizzato la visione del film per circa 150 allievi in un cinema della città. Le mamme e i papà dei ragazzini hanno chiesto agli insegnanti di non portare i ragazzi. Hanno spiegato: «Il tema dell’omofobia e del suicidio potrebbe non essere adatto a ragazzini di 11-12 anni».

Film sull’omofobia, la reazione della scuola

La dirigente scolastica ha, dunque, disdetto la prenotazione. Ma ha spiegato che si è trattato solo di una sospensione: «I nostri allievi ci andranno in un secondo momento. Quindi nessun rifiuto. E nessun dubbio sul tema trattato nel film: anzi, lo riteniamo molto interessante per i ragazzi».

Ha aggiunto: «La questione è che si tratta di studenti giovanissimi. Visto che il film è appena uscito e non è stato ancora visto, riteniamo sia opportuno che gli insegnanti si facciano prima un’idea. Ci sarà anche un lavoro di presentazione per preparare i ragazzi. Dobbiamo anche renderci conto che ci possono essere ragazzi che stanno vivendo situazioni simili e, dunque, non sappiamo che reazioni emotive potrebbero scatenare certe scene».

«Persa un’occasione»

La proiezione era prevista il 4 novembre. Il sindaco di Treviso ha dichiarato che «è stata persa un’occasione per approfondire e conoscere meglio temi che sono vere piaghe della nostra società». Ha aggiunto: «Evitare di confrontarsi su questi argomenti non credo sia la soluzione. Omofobia, depressione, suicidi sono, ahimè, molto attuali nella società. Dispiace quello che è successo a Treviso, ma preoccupano anche le reazioni omofobe di Roma: due situazioni che devono far riflettere tutta la nostra comunità».