Attaccate da Trump e dal suo vice, JD Vance, le donne senza figli (ma che amano i gatti) fanno gruppo e sostengono la candidata dem
Donne mature, ma anche ragazze, che amano i gatti e che non hanno figli. Sono loro le nuove protagoniste di una campagna elettorale senza precedenti negli Usa. Sono le cosiddette “cat ladies childless”, letteralmente le “gattare senza figli”, come le ha definite non senza una venatura negativa, JD Vance, scelto da Donald Trump come candidato vicepresidente per i repubblicani. Invece che accettare quella etichetta, però, quelle donne si sono unite in gruppo, hanno anche creato una pagina Facebook (“Cat ladies for Kamala Harris”) e potrebbero contribuire ad aumentare il consenso della candidata democratica alla Casa Bianca.
“Gattare senza figli” protagoniste alle presidenziali Usa
La discesa in campo di Kamala Harris, candidata in pectore dei Democratici per le presidenziali Usa, ha sparigliato le carte, soprattutto tra i Repubblicani. Costretti a cambiare strategia dopo l’uscita di scena di Joe Biden, contro cui si era costruita la campagna elettorale, ora gli esperti di comunicazione di Donald Trump e lo stesso candidato repubblicano si stano concentrandosi sulla Harris. Non senza risparmiare attacchi che però rischiano di diventare dei boomerang. In particolare nel caso proprio delle “cat ladies childless”. Loro hanno riportato l’attenzione sulle donne in politica, ma anche nella società, rifiutando di sentirsi da meno solo perché non madri.
Il precedente di Hillary Clinton
Non è la prima volta che una donna si candida per le presidenziali, anche il solo e unico precedente, rappresentato da Hillary Clinton, era stato un tentativo a metà, fallito alle primarie democratiche contro Barack Obama. Adesso, invece, Kamala Harris sfida direttamente Donald Trump, scelto come candidato repubblicano. «Clinton era stata battuta in fase di primarie da Obama, ma aveva vissuto una campagna elettorale comunque molto tosta, proprio in quanto donna. Era considerata non più giovane e su di lei pesava lo stereotipo della presunta inadeguatezza, in quanto donna, a ricoprire ruoli di potere», commenta Chiara Saraceno, sociologa della famiglia ed esperta di tematiche femminili.
Donne e potere: pesano gli stereotipi
L’attacco a una donna che ambisce a rivestire incarichi importanti di leadership «è una costante che si ripete nel tempo. Nonostante siano passati anni dal tentativo della Clinton, le donne che si candidano in politica o per posizioni apicali sono sempre esposte a giudizi che in genere riguardano la mancata femminilità o il dubbio che siano in grado di gestire il potere – spiega Saraceno – Nel caso di Kamala Harris, sono passati un po’ di anni e lei ha dalla sua il fatto di essere più giovane di Hillary Clinton. Ma questo non l’ha messa al riparo da un attacco violento come quello di Vance, proprio per il fatto di non essere madre».
Donne attaccate perché senza figli
«Ciò che colpisce, in questo caso, è che le critiche arrivano da Donald Trump, uno che si richiama ai valori della famiglia tradizionale, ma è al terzo matrimonio, un po’ come nel caso di Silvio Berlusconi. Anche l’ex presidente del Consiglio italiano sottolineava l’importanza della famiglia, ma qualcuno gli fece notare con ironia che forse la amava così tanto da averne più di una», afferma Saraceno, che aggiunge:
Siamo di fronte a un paradosso, ma rientra in un certo modo nel campo degli stereotipi, come quelli relativi all’età, che hanno caratterizzato la campagna elettorale americana fino a che in corsa c’era Joe Biden
Chi sono le gattare senza figli di Kamala
Ora le “gattare senza figli di Kamala” hanno deciso, però, di non rimanere in silenzio di fronte alle parole di Vance e di Trump. Hanno creato un vero e proprio gruppo, con tanto di pagina Facebook in supporto a Kamala Harris. Vi si trovano, ovviamente, moltissime immagini di gatti, ma anche una certa dose di ironia e autoironia, richiami al fatto di non essere madri e di non essere (sempre) giovani. Ci sono donne mature che postano video mentre suonano e cantano, o meme che ironizzano sui “galli”, gli uomini presunti “forti” che temono una donna candidata alla presidenza americana. «Se fino a poche settimane fa si assisteva allo scontro tra l’uomo forte e quello debole (Trump contro Biden), adesso ci si è spostati sul piano della contrapposizione tra il vero uomo e la donna non adeguata, almeno per quanto riguarda il punto di vista repubblicano», osserva Saraceno.
La Harris e il sostegno delle donne
«Ciò che differenzia la candidatura di Hillary Clinton da quella della Harris, però, è anche che oggi la vicepresidente sembra riuscire a piacere di più alle donne. Oltre ad aver riportato la campagna elettorale su temi più concreti, che non abbiano a che fare con le sue origini o il colore della sua pelle. Non solo: la Clinton all’epoca non godeva del pieno sostegno femminile anche perché non erano piaciute certe sue uscite un po’ sprezzanti nei confronti, per esempio, del ceto medio delle aree interne dell’America. Oggi Kamala Harris ha invece la possibilità di contare sul sostegno anche di donne (e uomini) delle minoranze, non solo bianche e meglio istruite» racconta la sociologa.
Perché si attaccano le donne senza figli
Oltre a questo, Harris sembra aver risvegliato anche l’orgoglio delle donne che non hanno figli: «Purtroppo questo stereotipo pesa ancora ed è trasversale – prosegue Saraceno –
Si fonda sull’idea che chi non è madre non è una donna vera.
Può anche essere presidente della Corte costituzionale, ma è come se ci fosse qualcosa di sbagliato in lei. Se non è riuscita ad avere figli, scatta il compatimento e la si definisce ‘poverina’. Se, invece, non ne ha voluti, allora si pensa ci sia una sorta di tara morale. Questo non accade a un uomo, neppure quando vuole essere padre a oltranza come Musk (che ha 11 figli, NdR), perché rientra in un concetto di ‘potenza maschile’. non c’è mai un giudizio sulla loro capacità generativa».
Effetto boomerang?
Ora, però, l’uscita di JD Vance e le posizioni dello stesso Trump potrebbero rivelarsi come un boomerang. Finora hanno avuto l’effetto di galvanizzare proprio le donne senza figli che erano al centro delle critiche. Le Cat Ladies for Kamala Harris si sono coalizzate e, insieme ad altre minoranze, potrebbero contribuire a convincere molte donne e giovani ad andare al voto in supporto della candidata democratica. Non a caso proprio la pagina Facebook che hanno creato ha come slogan: “Cat Ladies Vote (for Kamala Harris)”.