Secondo gli scienziati della Loma Linda University (LLU), una dieta pescetariana può proteggere gli anziani da malattie neurologiche come ictus, demenza e morbo di Parkinson.

I benefici della dieta vegetariana

Gli scienziati hanno classificato tutte le diete non a base di carne come vegetariane, comprese le diete pescetariane e vegane, e le hanno confrontate con i dati di persone che seguivano diete “non vegetariane” o “semi-vegetariane”. Hanno concluso che le diete “vegetariane” aiutano le persone a vivere più a lungo e che l‘inclusione del pesce offre i maggiori benefici, soprattutto nelle persone di età vicine agli 85 anni.

Gli studi sull’effetto delle diete

Analizzando i dati di 88.400 soggetti reclutati negli Stati Uniti e in Canada, lo studio ha rivelato che i vegetariani nel complesso avevano circa il 12% in meno di rischio di morire durante il periodo di studio (2002-2015) rispetto ai non vegetariani.

I partecipanti che hanno seguito una dieta pescetariana hanno avuto il 18% in meno di rischio di morte, quelli che hanno ne hanno seguita una vegetariana tradizionale (che escludeva carne e pesce ma includeva uova e latte) hanno avuto il 15% in meno di rischio e i vegani hanno avuto un rischio di morte ridotto di meno del 3% durante il periodo dello studio.

Dieta pescetariana in età avanzata: i vantaggi

I soggetti di mezza età sembrano trarre beneficio da una dieta vegetariana, ma è stato scoperto che i vegetariani anziani che non mangiavano pesce erano più a rischio di sviluppare ictus, demenza e morbo di Parkinson rispetto a quelli che lo facevano.

«I rischi maggiori di patologie neurologiche tra i vegetariani ottantenni rispetto ai pescetariani non erano così evidenti, ma si tratta comunque di un dato che non dovremmo sottovalutare», ha affermato il professor Gary Frazer, a capo del team di ricerca.

Gli effetti protettivi della dieta pescetariana potrebbero essere dovuti alle elevate quantità di acidi grassi presenti nel pesce e nei frutti di mare, chiamati omega-3 DHA ed EPA. La loro azione protettiva sulle cellule nervose limiterebbe la perdita di volume cerebrale rallentando l’invecchiamento neuronale.

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