Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, i governi di tutto il mondo stanno mancando l’opportunità di investire in modo adeguato nelle donne, e questo sta generando enormi perdite economiche. Il rapporto “Gender Snapshot 2023”, pubblicato dall’agenzia UN Women, ha evidenziato come la mancata educazione delle giovani donne comporti una perdita globale di 10mila miliardi di dollari l’anno. Inoltre, i Paesi a basso e medio reddito rischiano di perdere 500 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni se non colmano il divario di genere nell’accesso a internet. Migliorare il sostegno alle donne nel settore agricolo potrebbe, inoltre, incrementare il PIL globale di un ulteriore trilione di dollari.

Divario di genere e costi elevatissimi

Papa Seck, responsabile della sezione ricerca e dati di UN Women, ha sottolineato che i costi derivanti dal mancato raggiungimento dell’uguaglianza di genere sono altissimi, ma altrettanto elevati sono i potenziali benefici economici. Il rapporto, che ha valutato i progressi verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) legati alla parità di genere, ha rivelato anche che quasi 48 milioni di donne in più rispetto agli uomini vivono in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave. Inoltre, se non si agisce con urgenza, potrebbero essere necessari altri 137 anni per eliminare la povertà estrema tra le donne, e i cambiamenti climatici rischiano di spingere 158 milioni di donne e ragazze in più nella povertà rispetto agli uomini.

Le azioni dei governi

Nonostante questi dati allarmanti, i governi stanno ancora esitando ad attuare le misure necessarie per proteggere e sostenere le donne. Nessun Paese, infatti, ha implementato tutte le leggi necessarie per vietare la discriminazione, prevenire la violenza di genere, garantire parità di diritti nel matrimonio e nel divorzio, e assicurare uguale retribuzione. Oltre la metà degli Stati monitorati ha ancora normative che impediscono alle donne di svolgere gli stessi lavori degli uomini, e in molti Paesi il concetto di stupro non è ancora basato sul consenso.

Servono nuove leggi

Rachel Saunders, esperta di diritti legali delle donne presso l’Università di Nottingham, ha sottolineato l’importanza di nuove leggi che obblighino i datori di lavoro a rendere pubblici gli stipendi dei dipendenti e garantiscano alle donne maggiori strumenti per conoscere la presenza di aggressori sessuali nella loro comunità. Anche quando esistono leggi di protezione, come il Equality Act del 2010 nel Regno Unito, la loro applicazione è spesso insufficiente. Il divario retributivo di genere continua a persistere, e le donne sono ancora viste come le principali responsabili del congedo parentale.

Il divario di genere non è un tema del passato

Nonostante alcuni progressi, la situazione globale delle donne rimane stagnante o in peggioramento. Jemima Olchawski, direttrice della Fawcett Society, ha denunciato una pericolosa tendenza alla compiacenza, con la convinzione che le disuguaglianze di genere siano un problema del passato e che miglioramenti avverranno automaticamente. In realtà, ha affermato Olchawski, la società sta continuando a perpetuare vecchie disuguaglianze e, in molti casi, a crearne di nuove. La situazione in Afghanistan, dove le donne sono escluse dal lavoro e dall’istruzione sotto il regime talebano, ne è un chiaro esempio. Il rapporto delle Nazioni Unite dovrebbe fungere da campanello d’allarme, spingendo i Paesi a rinnovare il loro impegno verso il raggiungimento degli SDG con maggiore ambizione e concretezza.