Una donna accusata in tv dal compagno di averle portato via la figlia di sei anni si è trovata costretta a pubblicare sui social alcune registrazioni audio di maltrattamenti e vessazioni cui è stata sottoposta dall’uomo nel corso degli anni.

I messaggi e la denuncia

«Le donne viziate come te che si credono perché studiano sui libri di comandare l’universo sono quelle che non vogliono fare un ca**o, sono le comuniste di me**a che devono tutte morire sul muro fucilate a una a una. Ti spezzo in due ti spezzo (…) ora mi sono rotto il ca**o quello che succede succede. Ora tutti ce ne andiamo a fa*****o una da una parte una dall’altra e uno in galera». Questo il contenuto audio di una delle oltre 90 registrazioni che la donna ha consegnato alla Magistratura per denunciare il compagno, dopo essere scappata di casa con la figlia di sei anni.

Il servizio a Fuori dal Coro

Una ferita aperta per una madre e la sua bambina, che da oltre un anno vivono in località protetta, e finita sotto i riflettori dopo un servizio andato in onda a Fuori dal Coro, su Rete 4. Alla trasmissione condotta da Mario Giordano, l’uomo si è rivolto lamentando il fatto non gli sia concesso di vedere la figlia. Ma nel servizio curato da Costanza Tosi non si fa menzione degli audio depositati dalla donna, né della prima sentenza del tribunale dei minori dopo la denuncia di maltrattamenti, tantomeno dei vari passaggi della storia. Si racconta esclusivamente che la donna si è allontanata da casa con la figlia di sei anni, che “l’innocenza del padre è stata riconosciuta dalla Procura” e che la richiesta di archiviazione è definitiva. Tutte cose smentite dagli atti.

La pubblicazione degli audio

La vicenda viene presto commentata sui social; in tanti prendono le parti del padre “abbandonato”, arrivando ad apostrofare la donna come “calunniatrice” e “ladra di bambini”. Così, nella disperazione, quest’ultima decide di non restare in silenzio, pubblicando parte di quei terribili audio sul profilo Instagram “casaviolenza”, a testimonianza delle violenze sia verbali che fisiche che il compagno ha avuto nei suoi confronti. Si sentono insulti, schiaffi, vessazioni sul ruolo che la donna dovrebbe avere in casa, ma, cosa più inquietante, la voce della bambina di sei anni che cerca di calmare il padre.

Il post su Instagram

Nel post di accompagnamento agli audio la donna scrive: «Dopo essere stata definita una madre degenere, che allontana ingiustificatamente la figlia dal padre, addirittura colpevole di una ‘falsa denuncia’ già archiviata dal tribunale (spoiler, non lo è) da un programma trasmesso su una rete nazionale, ho deciso di pronunciarmi in merito alla questione e di difendermi. Ancora una volta, non sarò io a usare la mia voce, ma sarà il ‘padre addolorato’ che parlerà (o forse è più corretto dire ha parlato) in quelli che sono soltanto pochissimi minuti delle oltre 90 registrazioni fornite alla Magistratura».

L’iter giudiziario

«Alla richiesta di archiviazione – spiega – avanzata senza aver ascoltato NEANCHE LA METÀ delle registrazioni presentate – comprese alcune di quelle in questi video – è stata presentata opposizione. Essendo ancora in attesa di udienza davanti al GIP, nessun giudice ha né accolto, né rigettato questa richiesta inspiegabile della Procura. Ciò nonostante, sul fronte civile la gravità dei fatti presentati è tale da aver indotto il Tribunale per i Minorenni di Firenze, mediante un decreto URGENTE, a confermare l’allontanamento della bambina dal padre e a porre fondamentali condizioni affinché degli incontri (esclusivamente in sede ALTAMENTE PROTETTA) si possano tenere».

Da Fuori dal Coro «omissioni e falsità»

Poi la frecciata a Fuori dal Coro. Scrive la donna: «Nonostante quanto affermato, con numerose omissioni e falsità, dal servizio del Sig. Giordano e della collaboratrice Costanza Tosi, in onda mercoledì 25 settembre nel programma Fuori dal Coro su Rete 4, NESSUNA delle condizioni si è ad oggi verificata. Né gli psicologi che effettuano le valutazioni, né i servizi sociali hanno ad oggi presentato alcuna relazione, cosa che sarà oggetto della prossima udienza».

Vittimizzazione secondaria

Infine l’amara constatazione: «’Denunciate!’, dicono… La denuncia, però, è solo l’inizio di uno smembramento di chi già vittima lo è stata una volta, ma continua a ricevere botte e batoste da coloro che si ergono a giudici di ciò che non sanno. I miei avvocati mi hanno avvisata che con questo post, difendendomi dall’ennesima colpevolizzazione della vittima, stavolta ad opera, oltre che del diretto interessato, delle televisioni nazionali, mi espongo al rischio di un’ennesima denuncia, ma sono disposta a prendermi anche questa pietra pur di proteggere me, ma soprattutto mia figlia».

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