L’aborto in Francia è diventato un diritto costituzionale. Dopo un iter legislativo di un anno e mezzo, infatti, il Parlamento francese ha approvato l’introduzione nella Costituzione di una apposita norma che lo prevede. È la prima volta al mondo che accade.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto: “È un messaggio universale”. Sulla Torre Eiffel, che si è illuminata per celebrare l’evento, è apparsa la scritta: “Mon corps, mon choix“, cioè “Mio il corpo, la mia scelta”.

Applausi alla reggia di Versailles

Il provvedimento è stato approvato dai 925 parlamentari francesi, riuniti in Congresso nella reggia di Versailles, con 780 voti a favore – ben oltre i tre quinti minimi necessari – e 72 contrari. Il risultato della votazione, che segue il voto dell’Assemblea di gennaio e quello del Senato della settimana scorsa, è stato accolto da applausi. La Francia è, dunque, diventata il primo Paese al mondo a inserire in Costituzione la libertà per le donne di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.

Francia, com’era disciplinato finora il diritto all’aborto

Il diritto all’aborto in Francia era finora garantito dalla legge Simone Veil del 1975, in base alla quale le donne possono ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza fino alla 14esima settimana oppure, per motivi medici, durante tutta la gravidanza. Tuttavia, trattandosi di una legge ordinaria, questo diritto avrebbe potuto essere messo in discussione in qualsiasi momento. Da qui l’iniziativa del presidente francese, Emmanuel Macron, di iniziare il processo legislativo per inserire questo diritto in Costituzione.

La votazione è stata anche seguita in diretta da migliaia di persone riunite sulla place du Trocadéro a Parigi, dove era stato allestito un maxi schermo collegato in diretta con Versailles. Appena è stato annunciato l’esito del voto, è esplosa la gioia.

L’aborto in Costituzione in vigore dall’8 marzo

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha poi commentato su X l’introduzione del diritto all’aborto nella costituzione, scrivendo: “Fierezza francese, messaggio universale“. Quindi, ha dato appuntamento ai cittadini per l’8 marzo, giornata in cui si celebra la Festa internazionale dei diritti della donna, alle dodici, in Place Vendome a Parigi, per celebrare “insieme l’ingresso di una nuova libertà garantita nella costituzione con la prima cerimonia di sigillatura aperta al pubblico”, dinanzi al ministero della Giustizia.

Le reazioni della Chiesa

Ovviamente, non mancano le polemiche. La Pontificia Accademia per la Vita ha ricordato che “proprio nell’epoca dei diritti umani universali, non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana”.

I vescovi francesi hanno poi lanciato un appello al digiuno e alla preghiera. In una nota hanno affermato: “Il nostro Paese – secondo l’organismo guidato da monsignor Eric de Moulins Beaufort – si onorerebbe iscrivendo piuttosto la promozione dei diritti delle donne e dei bambini. Di tutti i Paesi europei, la Francia è l’unico dove il numero di aborti non cala ed è anche cresciuto negli ultimi due anni. Preghiamo soprattutto affinché i nostri concittadini ritrovino il gusto della vita, di darla, di riceverla, di accompagnarla, di avere e di allevare dei bambini”.

Aborto, cosa succede negli altri Paesi europei

Le condizioni per l’accesso all’aborto in Europa cambiano da Paese a Paese. Negli ultimi anni, diversi Stati sono intervenuti per limitare il diritto all’aborto. È il caso dell’Ungheria, dove le donne sono costrette a sentire il battito cardiaco del feto o a osservare un qualsiasi segno delle funzioni vitali “in modo chiaramente riconoscibile” prima di poter abortire.

In Italia è stata presentata la stessa proposta di legge. In Polonia o a Malta è in vigore un divieto quasi totale. E poi ci sono Paesi come la Spagna, dove è prevista la possibilità per le 16enni di abortire senza bisogno del consenso dei genitori.