Come recentemente certificato dai dati del ministero dell’Istruzione e del merito, la Puglia è in cima alla classifica delle regioni con più “100” e “lodi” elargiti ai recenti esami di maturità (in compagnia di altre regioni del Sud).
A contribuire al successo della regione c’è la classe da record del Liceo Classico Flacco di Bari con otto studenti promossi con il massimo dei voti e quattro cui è stata concessa anche la lode.
Classe dei record, la difesa della prof
A difendere i risultati dei suoi allievi, in evidente controtendenza rispetto ai risultati Invalsi che premiano le scuole del Nord, c’è la professoressa Patrizia Grima, 59enne insegnante di latino e greco all’indirizzo internazionale quadriennale.
“Non capisco cosa c’è di strano – dice Grima in un’intervista al Corriere della Sera -. Abbiamo un ministero che ha cambiato nome apposta, si chiama dell’Istruzione e del Merito proprio perché vuole valorizzarlo. Noi lo facciamo e veniamo criticati?”.
“Noi prof del Sud più accoglienti di quelli del Nord”
Secondo l’insegnante barese, alla base delle valutazioni degli studenti starebbe la differenza culturale che contraddistingue le scuole e i metodi di insegnamento al Sud. “Il modo in cui noi accogliamo i ragazzi – spiega Grima – li curiamo, e come si comportano i prof del Nord, riflette la stessa differenza che c’è tra le città. Noi professori del Sud siamo più accoglienti di quelli del Nord“.
“Noi meno severi? Riconosciamo il merito”
E all’accusa sul fatto di essere generalmente meno severi rispetto ai docenti del Nord, l’insegnante replica: “Non è così: quest’anno l’esame è tornato ad essere rigoroso, con le prove scritte e una commissione esterna. Nessun sospetto di ‘aiutini’. Piuttosto, siamo pronti a riconoscere il merito, come ci prescrive il ministero, e a riconoscere un percorso di studi. Abbiamo un modo diverso di valutare e di considerare i punti forti e deboli di uno studente. Non dobbiamo avere il braccino corto, e vedere cosa non manca, ma vedere cosa è stato fatto sulla strada della maturità”.
Cosa dicono i dati Invalsi
Poco contano i risultati delle prove Invalsi che anche nel 2023 confermano le scuole del Sud indietro e molto distanti da quelle settentrionali. Ma “non possiamo paragonare i dati sic et simpliciter alla maturità, quei test li fanno gli studenti di diverse classi”, spiega Grima al Corriere.
L’appello agli insegnanti del Nord
Infine un appello ai colleghi del Nord: “Credo che noi docenti non dobbiamo fare i castigamatti, ma fare didattica formativa. Non possiamo essere controllori col bastone, tutti gli sforzi vanno sostenuti e valorizzati, altrimenti i ragazzi si scoraggiano. Un cento e lode in più non ci fa essere meno attenti, né ci può far apparire faciloni, siamo solo capaci di considerare la qualità degli sforzi. E le carriere dei nostri ragazzi ci dimostrano che abbiamo ragione”.