Le ragazze italiane del volley hanno raggiunto un traguardo che è già leggenda: un trionfo olimpico in finale contro gli Stati Uniti conquistato con una tenacia e una lucidità straordinarie, che ha portato a 12 le medaglie d’oro per il nostro Paese a Parigi 2024.

La finale del volley dominata dalle azzurre contro gli Usa

La Nazionale femminile di volley ha annichilito la squadra statunitense con un secco 3-0 (parziali di 25-18, 25-20, 25-17), senza mai perdere il controllo della partita. Impressionante la prestazione di Paola Egonu, che ha realizzato 22 punti.

Velasco grande condottiero del volley femminile

A Julio Velasco il merito di aver condotto con fiducia e lungimiranza l’Italvolley femminile al primo oro olimpico della sua storia. Ventotto anni dopo la finale persa dall’Italvolley maschile ad Atlanta 1996, Velasco ha portate le ragazze terribili del volley azzurro a un titolo olimpico mai arrivato prima. «Ma per me non è mai stata un’ossessione – ha detto il guru della pallavolo azzurra – Non sono come Baggio, che sogna il rigore di Pasadena anche di notte..».

Velasco: «È la rivoluzione delle donne»

Teorico dell'”hic et nunc”, il “qui e ora” preso dai poeti latini, Velasco ha elogiato le sue giocatrici perché “hanno il grande fuoco dentro”, che gli ha permesso di realizzare in “soli 4 mesi”, non nei tradizionali 4 anni olimpici, ciò che comunque non era riuscito con gli uomini. «Credo che noi viviamo una rivoluzione silenziosa – dice allargando l’orizzonte oltre Parigi – è la rivoluzione delle donne. Uno dei problemi della violenza di genere viene da qui: gli uomini non riescono ad accettare questo cambiamento. Io spero e credo che nello sport: pensate che Montalcini era l’unica a studiare medicina, ora le donne sono maggioranza. Sulla eguaglianza c’è da fare molto e messaggi dello sport devono servire anche a questo. Siamo diversi, ho visto che allenare giocatrici è altra cosa che allenare giocatori; ma i diritti no, quelli devono essere uguali. Io sono padre di donne e nonno di altre donne: a questo cambiamento tengo molto».

Julio Velasco «Paola Egonu – ha detto Velasco – ha avuto una pressione particolare perché è una icona nel bene e nel male: bisogna accettarlo, se diventi personaggio va da sè e bisogna gestirlo. Io ho 70 anni, me ne frego. Lei, se la chiama Sanremo o gli sponsor, che fa, dice no? Però deve imparare a gestire».

Impresa volley, scambio della medaglia fra Danesi e Sylla

Durante l’inno di Mameli, bellissimo il gesto fra la capitana Anna Danesi, centrale alla terza Olimpiade, e la travolgente Myriam Sylla: le due fuoriclasse azzurre si sono scambiate le medaglie, un gesto per consolidare un sodalizio che va oltre la rete: «Con Myriam ho vissuto tutto, da quando avevamo 13 anni,
c’è sempre stata nei momenti belli e in quelli meno. Questo ha coronato il nostro percorso» ha detto la capitana.

Paola Egonu superstar: «Il giorno più bello della mia vita»

Dopo un percorso turbolento di addii e ritorni, Paola Egonu si è confermata la giocatrice di volley migliore del mondo, una realizzatrice impressionante che ha dato un contributo fondamentale all’impresa delle azzurre. «Questa medaglia vale tanto – ha detto – essere riuscita a rialzarmi e avere un’altra avventura con questa squadra. Velasco? è riuscito a creare una squadra, a darci la tranquillità, a me ne
ha data tanta, è stato bravo a togliermi la pressione, dai primi giorni ho capito che sarebbe andato tutto bene. Ci ha dato qualcosa che mancava, si respira tranquillità. Mio nonno? Aveva predetto tutto…Si questo è il giorno più bello della mia vita, sono felice per queste donne».

Myriam Sylla: «Velasco? lo ringrazierò a vita»

Anche Myriam Sylla, una delle grandi protagoniste del trionfo azzurro, ha avuto parole bellissime per Velasco: «Che siamo state brave non è in discussione e comunque servono tutti i pezzi del passato per arrivare fin qui. Velasco? Julio è semplicemente speciale, determinato, con il focus sempre sul momento. Ha scoperchiato il vaso, ed è uscito quello che noi avevamo. Ha toccato le corde giuste e io lo ringrazierò a vita».

De Gennaro: «Una gran partita e una grande squadra»

Le compagne di squadra, alla fine del match, hanno voluto rendere un tributo speciale alla veterana della squadra, la 37enne Monica de Gennaro, il libero dai recuperi impossibili, una certezza assoluta in campo fatta di esperienza e incredibile generosità: l’hanno sollevata in segno di trionfo. «C’era lo scoglio dei quarti, abbiamo detto divertiamoci, godiamocela: una gran partita e una grande squadra» ha detto l’azzurra.

Bosetti: «Nessuna polemica sul passato»

Caterina Bosetti, una delle esodate dal precedente ciclo azzurro come la De Gennaro, non ha dato spazio alle polemiche. «Nessuna rivincita, il tempo ha parlato per me, lo vedo come un coronamento, sono orgogliosa di aver preso questo oro con le mie compagne. Siamo una squadra fortissima da anni, ci sono sfuggiti degli obiettivi, ma ci siamo sempre state. Nessuna polemica sui quanto è successo in passato, chi c’è qui ha meritato dio esserci».

Orro: «Volevamo la medaglia a tutti i costi»

Alessia Orro, la palleggiatrice di Oristano perfetta in campo e dall’energia contagiosa, ha dedicato la vittoria alla Sardegna celebrando la vittoria con la bandiera con le quattro teste di moro. «Sul podio non potevo portarla, è vietato. La medaglia però la volevamo a tutti i costi, un grande onore che il mio nome è scritto su questa pagina di storia».

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