Secondo un nuovo studio apparso sulla rivista Nature Cities, le città si stanno sviluppando verso l’alto a un ritmo maggiore di quello con cui si espandono orizzontalmente, rimodellando l’impiego delle risorse, l’ambiente e la vita urbana.

Nuovi modelli di sviluppo

I ricercatori dell’Università del New Hampshire hanno utilizzato dati satellitari dagli anni ’90 agli anni 2010 per oltre 1.550 città, misurando l’impronta e l’altezza degli edifici. Lo studio ha scoperto che mentre un tempo le città si espandevano coprendo più territorio, ora si stanno sempre più sviluppando verso l’alto, con le metropoli asiatiche in cima alla classifica.

Le città cinesi

Sono le città più grandi, con una popolazione superiore ai 10 milioni, le prime protagoniste di questa transizione verticale.

In Cina, ad esempio, l’espansione urbana ha subito una trasformazione radicale negli ultimi decenni. Inizialmente caratterizzata da un’ampia crescita verso l’esterno, si è ora spostata verso lo sviluppo verticale, con edifici sempre più alti. Città come Pechino e Shanghai hanno assistito a un significativo rallentamento nell’espansione orizzontale, mentre la crescita verticale è aumentata esponenzialmente.

Sviluppo verso l’alto, cosa succede nel resto del mondo

In controtendenza l’Europa, che ha registrato cambiamenti minimi nei modelli di crescita urbana, con una persistente predominanza dello sviluppo verso l’esterno e solo un modesto incremento di quello verticale. Nel continente africano, il Sudafrica ha registrato un notevole rallentamento della crescita complessiva verso l’alto, mentre l’Africa occidentale sta passando da un’espansione verso l’esterno a uno sviluppo in verticale.

Città e sviluppo verticale: vantaggi e svantaggi

Gli esperti hanno sottolineato che il passaggio dalla crescita urbana orizzontale a quella verticale presenta sia vantaggi che svantaggi.

Il passaggio a edifici più alti piuttosto che a un’espansione sul territorio potrebbe avere un impatto significativo sulle condizioni di vita urbane, notano gli autori dello studio. David Wilson, professore di geografia presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, descrive lo studio come “estremamente interessante” e afferma che il passaggio dalla crescita urbana orizzontale a quella verticale presenta vantaggi e sfide: «Questa tendenza – ha detto a Newsweek – è molto positiva per promuovere la sostenibilità e la gestione delle risorse. Meno isolati, quartieri e comunità aiuteranno a ridurre le spese per la polizia, la protezione antincendio e la fornitura di servizi abitativi».

Tuttavia, il rapporto ha anche sottolineato implicazioni negative per l’equità urbana. L’aumento dello sviluppo verticale, in particolare nelle megalopoli, spesso comporta una gentrificazione accelerata nelle aree del centro, processo per il quale gli abitanti originari delle zone riqualificate sono costretti a spostarsi verso altre zone urbane meno costose. La conseguenza sarebbe l’ulteriore marginalizzazione delle popolazioni povere, affermano dagli esperti nel rapporto.

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