La mozione presentata dalla Lega in Regione Lombardia sul divieto di utilizzare il velo islamico nei luoghi pubblici è stata approvata. L’accordo è arrivato dopo un pomeriggio di trattative che tuttavia ne ha ridimensionato i contenuti rispetto alle proposte iniziali. Eliminata la dicitura “velo islamico”, è stato introdotto il divieto più generico degli “indumenti che coprono il volto”. Il punto che avrebbe proibito di indossare il velo negli ambienti scolastici per le alunne minorenni, come già accade in Francia con l’abaya, è stato invece bocciato a seguito della contrarietà di Forza Italia.
La proposta della Lega
La Lega aveva presentato una proposta di legge a prima firma del capogruppo in commissione Affari Costituzionali alla Camera Igor Iezzi. Questa chiedeva una stretta su una legge del 1975 che vieta, per motivi di sicurezza, di nascondere il viso in luoghi pubblici. Le deroghe previste in caso di «giustificato motivo» erano finite nel mirino del partito. La proposta era stata quindi di puntualizzare i casi in cui il divieto non avrebbe dovuto essere applicato: all’interno di luoghi di culto, in caso di necessità per proteggere la salute propria o di terzi, in materia di sicurezza stradale o di attività artistiche e di intrattenimento. Inoltre si chiedeva di aggiungere un nuovo reato per punire con la reclusione fino a due anni e una multa fino a 30mila euro chiunque avesse costretto qualcuno a indossare il velo.
Le proposte di emendamento
Il primo emendamento alla mozione della Lega, approvato in sede di discussione, è stato proposto da Forza Italia. La dicitura “velo islamico” è stata sostituita con un riferimento più generico a tutti gli indumenti che coprono il volto. Il secondo, voluto da Fratelli d’Italia e inserito come punto tre della mozione, è stato invece respinto. Questo chiedeva l’estensione del divieto dell’uso del velo a scuola anche per «garantire la reale possibilità per le giovani donne di autodeterminarsi liberamente». La proposta però è stata respinta a scrutinio segreto con 31 contrari, 30 favorevoli e un astenuto. Non è passata nemmeno la mozione del Pd sullo stesso tema. La proposta era di «ribadire che nessuno può imporre alle donne come vestirsi, sia esso uno Stato, una Regione, una famiglia, singoli individui o altro, riaffermando la centralità dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione».