Libertà e democrazia. Ma anche memoria. Sono i valori che animano questo 25 aprile, 80° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. «Un’occasione per riflettere sugli ideali che hanno guidato la Resistenza e che oggi, in un contesto geopolitico instabile, appaiono nuovamente minacciati» riflette il filosofo Umberto Galimberti.

Liberazione: la Resistenza e le sue nuove forme

«La Resistenza non è solo un evento storico, ma un principio etico fondamentale. Rappresenta la capacità di opporsi all’oppressione e all’ingiustizia, che deve essere costantemente riaffermata nella società contemporanea».

La Resistenza diventa così un atteggiamento mentale e morale che, in un mondo caratterizzato da nuove forme di oppressione e disuguaglianza, è necessario tradurre in un impegno quotidiano. «In questo è cruciale il ruolo dell’educazione» riflette Galimberti. «Solo attraverso una formazione critica e consapevole delle nuove generazioni è possibile costruire una società capace di resistere alle derive autoritarie e di promuovere una cultura della democrazia».

Le tragedie di cui non si parla (abbastanza)

Anche se rivolgiamo lo sguardo prevalentemente verso Kiev e Gaza, oggi in tutto il mondo, secondo Acled (Armed Conflict Location and Event Data Project), si contano almeno 56 conflitti attivi, che coinvolgono 92 Paesi. Si tratta del numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale. «È l’orrore della guerra. Le atrocità commesse durante la Seconda guerra mondiale, i massacri in Vietnam, le stragi in Ruanda e Congo, fino ai recenti conflitti in Ucraina e Medio Oriente, seguono un copione tragicamente simile» nota Agnese Pini, direttrice del quotidiano La Nazione. L’autrice ha raccontato nello struggente Un autunno d’agosto (Chiarelettere) l’eccidio nazifascista che colpì la sua famiglia nell’agosto del 1944.

«Furono uccise 159 persone, in prevalenza donne e bambini, e tra loro c’era anche la mia bisnonna. Questa tragedia ha lasciato un segno indelebile nelle famiglie coinvolte, obbligando a riflettere sull’importanza di restituire verità e dignità al destino degli ultimi. Perché le vittime sono spesso i più vulnerabili. Non di rado i crimini avvengono in luoghi isolati, dove la documentazione è difficile e la giustizia tarda ad arrivare. Ma la guerra non solo distrugge fisicamente, erode anche le fondamenta morali dell’umanità, portando gli uomini a perdere il senso del limite, spingendoli a compiere atti indicibili come l’uccisione di innocenti o lo stupro. Per questo è fondamentale tenere a mente che nessuno è immune dall’orrore, né dal commetterlo né dal subirlo».

Esercitare la Resistenza oggi, anche dopo la liberazione

La memoria storica non è solo un dovere verso le vittime del passato, ma un esercizio di consapevolezza per il presente e il futuro. «Conoscere cosa è accaduto ci impedisce di dire “Non sapevamo”, ci obbliga a vedere i segnali del male e a reagire prima che sia troppo tardi» osserva ancora Agnese Pini. «Oggi il mondo sembra avvicinarsi pericolosamente a quei punti di non ritorno che precedono i conflitti. I toni violenti, sdoganati a livello politico e mediatico, creano un terreno fertile per l’odio. L’uso disinvolto di parole cariche di disprezzo verso i più deboli rompe tabù fondamentali della convivenza civile. A ciò si aggiungono l’instabilità economica e quella sociale, che alimentano il bisogno di trovare nemici su cui scaricare frustrazioni e paure».

In questo contesto, la Resistenza assume nuove forme. Non si tratta solo di opporsi fisicamente all’oppressione, ma di combattere la violenza verbale, di riscoprire il valore del pudore linguistico e della responsabilità comunicativa. Le parole hanno un potere immenso: possono ferire e dividere, ma anche guarire e unire. E accompagnarci alla scoperta di un passato che è popolato dal coraggio femminile. Donne che animarono la Resistenza e che oggi sono oggetto di una continua riscoperta.

La liberazione è (e fu) donna

Secondo i dati dell’Anpi, furono infatti circa 35.000 le partigiane combattenti, 20.000 quelle con funzioni di supporto, 70.000 le aderenti ai Gruppi di Difesa della Donna. Molte vennero arrestate, torturate, deportate o uccise in combattimento. Per fortuna, alcune continuano a testimoniare ciò che affrontarono. Come Flora Monti, che a 12 anni divenne una delle più giovani staffette partigiane, la cui storia è raccontata – fra vicende reali e ricostruzioni poetiche – nel documentario Flora di Martina De Polo. «Portavo messaggi alle brigate sull’Appennino bolognese, nascondendoli nelle scarpe o fra le trecce dei capelli» ricorda la donna, che ha 94 anni e vive in Emilia, a San Lazzaro di Savena. «Avevo paura perché i boschi pullulavano di tedeschi, ma sentivo di doverlo fare».

Sono questi valori che pulsano ancora oggi ad animare le opere di scrittori, intellettuali e artisti. «Valori che, per imperativo morale, devono essere raccontati» commenta Cinzia Spanò, attrice e drammaturga, fresca di debutto con il suo spettacolo teatrale L’Agnese va a morire, ispirato al romanzo di Renata Viganò. «Si tratta di una vicenda che tocca il cuore» racconta. «Quella di una donna che viene catapultata nella Storia perché il marito, accusato di delazione, viene deportato. E così lei, con crescente consapevolezza, è costretta a mettere a fuoco l’insensatezza e la crudeltà della guerra».

Riscoprire la nostra storia

Agnese è una lavandaia obbligata a prendere posizione in una battaglia che non sente sua. «Ci spinge a riflettere su questioni di grande attualità, perché in questi tempi di saluti romani, di sdoganamenti di ideologie autoritarie e di corsa al riarmo non possiamo trascurare chi la guerra in Italia l’ha vissuta».

Lo spettacolo ha appena iniziato il suo cammino e dopo Lecco (24 aprile) sarà a Gradisca d’Isonzo (1° luglio). «L’autrice del libro, che a sua volta era una partigiana, ha raccontato di aver conosciuto Agnese. Le partigiane non svolsero solo il ruolo di staffette o compiti di maternage, ma imbracciarono fucili e rischiarono la morte» conclude Spanò. Cosa fare allora per non dimenticare l’importanza della Resistenza? Commemorare è il primo, necessario passo. Celebrando in tutta Italia un 25 aprile di 80 anni fa che ha cambiato la Storia.

La mappa da seguire

I luoghi della Resistenza sono segnalati su una mappa di Milano per comprendere le violenze dell’occupazione nazifascista che hanno devastato la città fra il luglio 1943 e l’aprile 1945. «L’iniziativa, promossa per l’80° anniversario della Liberazione, mira a costruire una consapevolezza civile che valorizzi la Resistenza come evento storico e come disposizione critica, democratica, comunitaria. Siamo felici, come Università degli Studi di Milano, di aver contribuito con il Comune alla sua creazione» spiega Silvia Romani, professoressa di Storia delle Religioni nell’ateneo. La mappa, reperibile sul sito del Comune di Milano, è stata anche stampata e distribuita in 70.000 copie gratuite. «Vogliamo che la Resistenza sia simbolo di memoria tangibile, reale. E quindi ancora vicina».

Liberazione: i libri per approfondire

La costruzione della libertà e la forza della Resistenza sono i temi centrali di numerosi libri che ci guidano in un passato quantomai attuale, rivendicando il ruolo della letteratura (e della lettura) nella trasmissione di valori fondamentali.

  • Liberi tutti di Sabina Colloredo (illustrazioni di Natascia Ugliano,TS Edizioni) è rivolto ai bimbi dai 7 anni in su per ricordare che certi valori vanno imparati fin dall’infanzia. Racconta della piccola e coraggiosa Emilia, che durante la guerra aiuta un partigiano a sfuggire ai nazisti. In nome della libertà.
  • La strada giovane è l’esordio nella narrativa del regista e attore Antonio Albanese (Feltrinelli). Ripercorre la storia di Nino, che l’autore ha conosciuto da bambino. Giovane panettiere catturato dopo l’8 settembre, non ha contezza di quello che gli accade: vittima degli eventi, e della Storia, riesce a fuggire dal campo dove è stato internato per intraprendere un viaggio denso di sentimenti alla volta della sua Sicilia.
  • Pedagogia Partigiana (Il Nuovo Melangolo), firmato da Ada Gobetti, figura centrale dell’antifascismo italiano e moglie del filosofo Piero Gobetti, è pensato per i genitori di quasi 50 anni fa ma sempre attuale. La raccolta, a cura di Giancarla Sola, è una guida ai valori della democrazia vergata da chi aveva trascorso la vita nella Resistenza, battendosi per un’istruzione laica e i diritti sociali dei più deboli.
  • M. La fine e il principio è il capitolo finale della saga di Antonio Scurati su Mussolini (Bompiani): narra gli ultimi 600 giorni del Duce, dalla caduta del regime alla morte. Lasciando il lettore pieno di speranza davanti all’alba della democrazia in Italia.
  • Iris, la libertà di Walter Veltroni (Rizzoli) fa rivivere la storia di Iris Versari, giovane partigiana romagnola che sfidò il fascismo e le convenzioni del suo tempo. L’autore le ha dedicato un romanzo che freme di coraggio, lotta e amore, in cui ne racconta la straordinaria, ribelle esistenza.