Il 16 aprile di dieci anni fa Rubin Talaban sfregiò con l’acido Lucia Annibali. Condannato in via definitiva a 12 anni di carcere, l’uomo, oggi 41enne, è tornato in libertà ed è stato espulso in Albania. Ha potuto godere dei benefici di legge. Sarebbe dovuto uscire dal carcere il 9 ottobre 2024 ma ha potuto usufruire di 855 giorni concessi di liberazione anticipata per buona condotta. Ha così ottenuto la scarcerazione e la contemporanea espulsione dall’Italia, dove non potrà tornare per i prossimi 10 anni.

Restano in carcere il complice e il mandante dell’agguato

Restano in carcere il complice di Talaban, Altistin Precetaj, condannato anche lui a 12 anni di carcere, e il mandante dell’agguato, Luca Varani, avvocato ed ex fidanzato della vittima, condannato a 20 anni.

L’aggressione con l’acido

Talaban entrò in azione la sera del 16 aprile 2013 insieme a Precetaj, lanciando dell’acido in faccia a Lucia Annibali, originaria di Urbino, ma in quel periodo residente a Pesaro, che stava rientrando in casa. Un’aggressione eseguita su mandato dell’avvocato Luca Varani, che non accettava la fine della storia con Lucia, troncata da lei dopo avere saputo che l’uomo stava ancora con la sua fidanzata storica, rimasta incinta. “Mi rivedo che infilo le chiavi nella porta di casa mia”, aveva ricordato la Annibali, ripercorrendo quei momenti terribili. “Rivedo quell’uomo incappucciato che dall’interno la spalanca, che prende la mira e mi tira l’acido in faccia dal basso verso l’alto, da destra verso sinistra. E comunque: anche senza ripensare a quel momento preciso va da sé che sono condannata a ricordare ogni santo giorno quel che mi è successo. Basta soltanto guardarmi allo specchio ogni mattina”.

L’arresto

Talaban fu arrestato 15 giorni dopo l’aggressione a San Salvo Marina (Chieti): stava per fuggire in Albania. Secondo l’accusa avrebbe pattuito un compenso di 30mila euro con Varani, di cui 5mila versati subito. Nella sua auto erano state trovate tracce di acido, così come sulle sue scarpe. In primo grado era stato condannato a 14 anni, poi ridotti a 12 in appello.

La lettera dal carcere

Ad Annibali, che ha dovuto affrontare anni di operazioni chirurgiche, diventando un simbolo di resilienza femminile di fronte alla violenza di genere, scrisse una lettera dal carcere nel 2019, chiedendole perdono. “Un perdono che serve più a lui che a me” commentò l’avvocatessa, nel frattempo eletta in Parlamento con il Pd, poi passata a Italia Viva, e oggi difensore civico della Regione Toscana.

Lucia Annibali

Il calvario di Lucia Annibali

Negli anni, Lucia Annibali si è sottoposta a oltre venti interventi chirurgici, come lei stessa ha raccontato più volte. Ora ha deciso di dire basta e di accettarsi così com’è. “Ci andavo ‘volentieri’ per provare a migliorare questo o quel dettaglio. Adesso non riesco più ad affrontarlo allo stesso modo. Forse è arrivato il momento di accettare che questo viso si può aggiustare ma fino a un certo punto”, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera.