“Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte”. Con queste parole il fratello di Saman Abbas ha dato l’ultimo saluto alla diciottenne pachistana uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, e rimasta sotterrata per oltre un anno e mezzo in un casolare vicino alla casa dove viveva.
I funerali della giovane sono stati celebrati in forma privata a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dove Saman viveva con la sua famiglia e dove è stata uccisa perché, secondo l’accusa, voleva ribellarsi alle tradizioni dei suoi familiari e non accettava un matrimonio forzato.
Il delitto che ha sconvolto l’Italia
Il feretro è arrivato nel piccolo cimitero dove è sepolto il cantautore dei Nomadi, Augusto Daolio, morto nel 1992, sotto una pioggia battente. La cerimonia è stata celebrata in forma privata per tutelare il fratello di Saman, che ha osato testimoniare contro la propria famiglia.
Un delitto orribile, che ha sconvolto l’Italia. Il 19 dicembre 2023 la Corte di assise reggiana ha condannato all’ergastolo il padre di Saman, Shabbar Abbas, estradato dal Pakistan, e anche la madre della ragazza, Nazia Shaheen, ancora latitante. I giudici hanno poi inflitto 14 anni di carcere allo zio, Danish Hasnain, mentre i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq sono stati assolti e scarcerati.
Saman sepolta vicino al cantante dei Nomadi
Al funerale erano presenti le autorità cittadine di Novellara. Il rito è stato curato da Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia. Le parole pronunciate dal fratello di Saman saranno incise su una stele posata accanto alla tomba, dove c’è anche una farfalla stilizzata.
Dopo la cerimonia funebre, Saman Abbas è stata inumata vicino alla tomba del cantautore Augusto Daolio. “Lui ha cantato molto la libertà e questa cosa l’accompagnerà sempre”, ha detto la sindaca Elena Carletti.
Il dolore del fratello
Durante la cerimonia intensa e circondata dal silenzio, il fratello di Saman ha gettato un pugno di terra sulla bara con una pala per salutare per sempre sua sorella. Lo ha fatto in silenzio. “Non è riuscito a esprimersi”, ha spiegato la presidente dell’Unione delle comunità islamiche, Yassine Lafram, “come sappiamo tutti è ancora molto provato, sta vivendo con difficoltà l’elaborazione di questo lutto. Il suo silenzio è molto significativo e va assolutamente rispettato”.
“La religione non c’entra”
“Tutto quello che è accaduto a Saman e a suo fratello non c’entra nulla con la religione”, ha detto al termine della cerimonia la sindaca di Novellara, “non esiste al mondo una religione violenta, le religioni sono di pace e la presenza questa sera di tutte le religioni vuole trasmettere questo. Noi dobbiamo difendere questi valori e questo pensiero e arginare l’odio e la violenza”.
Quanto a Saman, ha aggiunto: “Era una ragazza desiderosa di vivere giorno dopo giorno e di conquistarsi la vita e l’amore e tutti i traguardi che vogliamo. Il caso di Saman ha sconvolto l’intera comunità. Mai era accaduto un livello simile di violenza, mai avremmo potuto immaginare un fatto del genere. Tutto questo si traduce in una responsabilità ancora più forte per contrastare e prevenire questi episodi di violenza”.