Sta facendo discutere la decisione dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, in provincia di Firenze, di cambiare il nome del Natale. Lo scopo è allargare il significato di questa ricorrenza per abbracciare le diverse religioni. Magari trasformandolo in una “Festa d’inverno”.

“Le diverse osservanze religiose e culturali rappresentate all’Istituto universitario europeo lo faranno essere riconosciuto all’interno del calendario degli eventi e delle attività connesse. Verrà prestata attenzione al garantire che la celebrazione delle festività e degli eventi sia comunicata con un linguaggio inclusivo, per riconoscere le diverse religioni e credenze», si legge fra le linee guida tracciate dalla nuova prorettrice dell’ateneo.

Il Natale si chiamerà “Festa d’inverno”?

La notizia ha suscitato un mare di polemiche, non solo sui social network, ma anche nel mondo politico. “Sono sorpreso dalla decisione del presidente dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole di cambiare nome al Natale. Noi siamo fieri del rispetto delle nostre radici cristiane, l’Europa è basata su questo”, ha commentato sul social X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

C’è da dire che la decisione non è ancora definitiva: si tratta di una idea che viene valutata in queste ore. Fonti universitarie hanno precisato che l’ipotesi di cambiare il nome al Natale per renderlo più inclusivo è stata formulata proprio sulla base della policy dell’ateneo in tema di diversità e inclusività.

Polemiche nel mondo politico

Immediata la reazione della Lega. L’eurodeputata Susanna Ceccardi ha detto: “Questa proposta apparentemente sconclusionata risponde in realtà a un’ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture”. Ha aggiunto: “Non può esserci rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi”.

Il deputato e capogruppo della commissione Cultura, Scienza e Istruzione di Fratelli d’Italia, Alessandro Amorese, e Paolo Marcheschi, capogruppo dell’omologa commissione in Senato, hanno diffuso una nota congiunta dove si legge: “Cambiare nome al Natale somiglia, davvero troppo, al titolo di un romanzo grottesco. Se fosse confermata questa decisione, presa dall’Istituto universitario europepo di Fiesole, per le notizie che apprendiamo, si tratterebbe dell’ennesima boutade irrispettosa della cristianità che invece caratterizza una realtà di accoglienza come l’Istituto”.

Cambiare nome al Natale? La replica dell’ateneo

Immediata la replica dell’ateneo, che in una nota fa sapere: “Nessuno ha pensato di eliminare la celebrazione di feste religiose, contrariamente a quanto si è potuto leggere su alcuni organi di stampa. Non sono previsti cambiamenti nell’organizzazione della festa di fine anno, in cui sono tradizionalmente numerosi i riferimenti alle festività di Natale, che fanno parte del patrimonio culturale europeo”.

“L’Istituto Universitario Europeo è un’università internazionale, che accoglie un numero crescente di studenti del mondo intero. Questo ambiente autenticamente internazionale necessita di una politica di inclusione delle diverse culture. A tal fine, l’istituto ha recentemente adottato un Piano per la parità etnica e razziale, nel quale si raccomanda l’adozione di un linguaggio inclusivo nelle varie attività dell’Istituto”, di legge nella nota.

“Da circa un anno”, prosegue l’ateneo, “abbiamo avviato una politica per promuovere la parità di genere, la diversità e per l’inclusività. Il Comitato operativo che organizza le iniziative di Natale ha quindi invitato i nostri organismi a riflettere anche su questo evento, sul quale comunque al momento non c’è niente di deciso”.