Fa molto discutere la scelta del sindaco di un Comune calabrese, Petilia Policastro, di dedicare un manifesto funebre a uno dei killer di Lea Garofalo, la ragazza che fu uccisa e sciolta nell’acido per essersi ribellata alla ‘ndrangheta. Rosario Curcio, uno degli assassini della collaboratrice di giustizia, si è suicidato nei giorni scorsi. In occasione dei funerali dell’uomo, che si sono svolti lo l’11 luglio a Camellino, frazione di Petilia Policastro nella quale risiedeva, è apparso il manifesto di vicinanza al dolore della famiglia.

Testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta

Lea Garofalo, ex moglie del boss della ’ndrangheta Carlo Cosco, fu assassinata il 24 novembre del 2009 dopo essere diventata testimone di giustizia. L’agguato fu organizzato proprio da Cosco. I resti della ragazza furono trovati solo nel 2012 a Monza, nella frazione di San Fruttuoso. Per il delitto furono condannati, oltre a Cosco in qualità di mandante dell’omicidio, altri cinque esponenti del suo clan fra cui Rosario Curcio. Nel 2014, Rosario Curcio – individuato come l’uomo che materialmente sciolse nell’acido il cadavere della testimone – era stato condannato in via definitiva all’ergastolo.

Rosario Curcio

La morte di Rosario Curcio

Rosario Curcio, condannato nel 2014 all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio di Lea Garofalo, è morto lo scorso 29 giugno al Policlinico di Milano. Era stato ricoverato dopo il tentativo di suicidio all’interno del carcere di Opera dove era detenuto. Aveva 46 anni.

Il manifesto affisso dal Comune

“Il sindaco Simone Saporito e l’Amministrazione comunale partecipano al dolore che ha colpito la famiglia Curcio per la perdita del caro congiunto”: questa la frase riportata sul manifesto che il Comune di Petilia Policastro ha affisso in segno di vicinanza con la famiglia del congiunto. Una scelta giudicata da molti assolutamente inopportuna, tanto più che nel processo per la morte di Lea Garofalo la cittadina calabrese si è costituita parte civile. La stessa amministrazione in carica negli ultimi mesi aveva anche svolto una serie di iniziative per la legalità nel nome di Lea.

Lea Garofalo

Le giustificazioni del sindaco di Petilia Policastro

Il sindaco Simone Saporito si trincera dietro un burocratico “lo facciamo per tutti” e riesce a pronunciare una frase che, considerata l’efferatezza del delitto commesso da Curcio e complici, suona perlomeno inopportuna: “Davanti alla morte si è tutti uguali”. “Da quando è scoppiata la pandemia, – si giustifica il sindaco – come Amministrazione comunale abbiamo fatto un accordo con le agenzie di pompe funebri per fare i manifesti di vicinanza per tutti i funerali che si celebrano in città. L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo”.

Governatore Calabria: “Iniziativa indecente”

“L’iniziativa del sindaco di Petilia Policastro, che ha voluto commemorare con un manifesto funebre a nome dell’amministrazione comunale la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo, è indecente. Le istituzioni non devono dimenticare, la ‘ndrangheta va sempre isolata”. Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Sottosegretario Interno: “Sindaco dalla parte sbagliata”

“L’iniziativa del sindaco di Petilia Policastro di partecipare a nome dell’Amministrazione comunale al lutto per la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo è inaccettabile. La mafia vive di simboli, e i manifesti funebri fatti affiggere dal sindaco rappresentano un inchino delle istituzioni alla memoria di Rosario Curcio, condannato all’ergastolo in via definitiva per aver partecipato all’omicidio e alla distruzione del cadavere di Lea, punita per essersi ribellata ad un destino di ‘ndrangheta”. E’ quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro. “No, Lea Garofalo e l’uomo che bruciò il suo corpo per farlo
sparire non sono uguali – aggiunge Ferro – neppure davanti alla morte. Chi rappresenta le istituzioni deve scegliere sempre da quale parte stare. Il sindaco ha mostrato di scegliere la parte sbagliata”.