“La scuola in Italia è attraversata da profonde diseguaglianze nell’offerta dei servizi educativi che compromettono i percorsi di crescita di bambini, bambine e adolescenti, soprattutto nelle regioni del Sud e delle Isole, dove si continuano a registrare, nonostante i miglioramenti, livelli di dispersione scolastica tra i più alti in Europa. Eppure, soprattutto in queste regioni, dove il bisogno è maggiore, le risorse e gli interventi del Pnrr per l’istruzione già avviati, non sono sufficienti a colmare i gravi divari esistenti”. È l’allarme lanciato da Save the Children che, in occasione della ripresa dell’anno scolastico, diffonde il Rapporto “Scuole disuguali. Gli interventi del Pnrr su mense, tempo pieno e palestre“.
Scuola primaria: solo il 40% dei bambini ha accesso al tempo pieno
Solo due bambini su cinque della scuola primaria hanno accesso al tempo pieno, emerge dal Rapporto. Meno della metà degli alunni della primaria e secondaria fruisce di una palestra e di una mensa. “Dall’analisi dei progetti Pnrr avviati fino a oggi – spiega l’organizzazione -, c’è il rischio che molte province italiane dove si concentrano le famiglie in condizioni socioeconomiche di svantaggio restino ancora indietro, senza ridurre le disuguaglianze”. Per questo Save the Children chiede al Governo di definire e finanziare Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) che garantiscano eque opportunità educative, a partire dall’accesso alla mensa e al tempo pieno nella scuola primaria, assicurando la gratuità del servizio mensa ai bambini in condizione di povertà.
Accesso al servizio mensa, le disparità territoriali
“Ad oggi – afferma il Rapporto più specificamente -, poco più di un bambino su due della scuola statale primaria ha accesso alla mensa (55,2%) e solo il 10,5% nella secondaria di I grado, con profonde differenze territoriali. Se nelle regioni del Centro e del Nord si concentrano le province con oltre il 50% di accesso al servizio mensa da parte degli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado, con punte del 70% e oltre a Biella e Monza e in Brianza, fino al 91,3% della Provincia Autonoma di Trento, gran parte delle province del Sud invece sono sotto la media nazionale (che è del 36,9%, considerando sia scuole primarie che secondarie di I grado)”.
Scuola, mancano le palestre in più della metà di primarie e secondarie
Meno della metà (il 46,4%) delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado), spiega poi il Rapporto, ha una palestra. Dall’analisi di Save the Children, sui 433 interventi del Pnrr registrati sul ReGIS per costruire o riqualificare le palestre a scuola, emerge che il 62,8% è stato avviato nelle regioni del Sud e Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi. In questo caso, la distribuzione tra le province delle risorse e dei progetti per la costruzione o riqualificazione delle palestre sembra favorire maggiormente le province più svantaggiate: le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30%, ovvero Messina, Reggio Emilia, Ferrara, Palermo, Crotone, Catanzaro, Cosenza, Catania e Vibo Valentia, hanno ricevuto circa 51 milioni 330 mila euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole. Tuttavia, “la distribuzione delle risorse del Pnrr tra le province è disomogenea, nonostante tenda a raggiungere le province più deprivate”.
Attività sportiva “troppo costosa”, rinuncia il 16% degli adolescenti
In generale, i 433 interventi “sebbene rappresentino un passo importante per promuovere l’educazione motoria, sono insufficienti a ridurre i divari”. In Italia, un minorenne su tre (31,5%) che proviene da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportiva e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso. “L’obiettivo di riequilibrio – afferma Raffaela Milano, direttrice ricerca di Save the Children Italia – sembra raggiunto solo parzialmente. È un campanello di allarme che deve spingere a realizzare al più presto un’analisi di impatto sulla povertà educativa di tutti gli investimenti della missione 4 del Pnrr, dedicati all’istruzione. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del Pnrr con altri fondi disponibili”.