L’onda del Pride travolge Milano: sono oltre 300 mila a sfilare per le strade del capoluogo lombardo rivendicando “uguali diritti“, anche per i figli delle famiglie omogenitoriali. Proprio il giorno dopo la sentenza del Tribunale di Milano che ha annullato l’iscrizione del figlio di due papà, nato con maternità surrogata all’estero.
Le Famiglie Arcobaleno in testa al corteo
Ad aprire il corteo del Milano Pride composto da circa 30 carri tra aziende, realtà Lgbtq+ e partiti politici (+Europa, M5S, Sinistra italiana) sono proprio loro, le Famiglie Arcobaleno, con lo striscione su cui campeggia la scritta: “L’amore non si annulla in tribunale“.
“Siamo sotto attacco – spiegano – da parte di questo Governo. Ma non cancelleranno l’amore, non distruggeranno le nostre famiglie“. Mamma e mamma, papà e papà, con i loro figli maglietta fucsia con la scritta: “È l’amore che fa una famiglia”.
“Al governo di Giorgia Meloni diciamo che è ora di svegliarsi perché le famiglie sono cambiate e non possono fare finta che non esistiamo – ha spiegato Elena Mantovani, una delle fondatrici dell’associazione Famiglie arcobaleno -. Non ci fermeremo fino a che i nostri figli saranno riconosciuti alla nascita”.
Oltre alle Famiglie arcobaleno e Arcigay, presenti anche i sindaci di alcuni comuni della Città metropolitana di Milano che hanno sfilato dietro lo striscione con la scritta: “RiconosciMi parità di diritti”.
Milano Pride, Schlein: “Non permettete a nessuno di farvi sentire sbagliati”
In corteo anche Elly Schlein, segretaria del Pd, che lancia l’allarme: “Siamo in pericolo di regressione sui diritti, non solo in Italia con questo governo, ma anche in Europa”. Le decisioni della Procura di Padova di impugnare gli atti di nascita di 33 bambini, a partire dal 2017, e del Tribunale di Milano che ha annullato la trascrizione di un bimbo nato all’estero di gpa, figlio di due papà, “sono sassi lanciati contro le famiglie arcobaleno e contro i bambini”.
E dal palco dell’evento la segretaria Dem attacca la ministra della Famiglia Eugenia Roccella che ha parlato di una sanatoria per i bambini già nati. “Alla ministra dico che i bambini non sono un abuso edilizio – ha detto tra gli applausi -, gli abusi sono quelli che fa il governo. Un abuso che nasce dall’incapacità di dare risposte al paese”.
“Da prima Segretaria donna del Pd ma anche da persona lgbt – aggiunge – voglio dire a tutte le persone gay lgbt intersex, non binarie e queer di non permettere a nessuno di farvi sentire sbagliati perché l’unica cosa innaturale è il loro odio che contrasteremo”. “Quella è l’unica cosa innaturale in questa società, possono provare a stringerci ai margini, a rallentare i nostri diritti – ha concluso – ma non possono cancellare i nostri corpi perché ci stringeremo in un abbraccio così stretto che non passeranno“.
Elly Schlein assicura infine battaglia per il “pieno riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, per le adozioni, per il matrimonio egualitario”. Poi sale sul carro, mentre inizia il corteo, e canta “Bella ciao”.
Trascrizione dei figli, parla una delle mamme di Padova
Sul palco allestito all’Arco della Pace ha portato la sua testimonianza anche una delle mamme di Padova che in settimana ha visto impugnare dalla Procura gli atti di nascita del proprio figlio. “I nostri bambini sono stati investiti dalla furia fascista di questo governo – ha detto -. Per il governo non dovrei essere una madre, dovrei uscire di scena in silenzio ma non lo faremo. Parliamo a nome di tutte le famiglie che stanno aspettando la busta verde che ci dice che siamo stati chiamati in tribunale, anche se questa storia riguarda tutte e tutti e il nostro essere cittadini”.
Sul problema delle trascrizioni dei figli di coppie dello stesso sesso che sono state annullate è intervenuto anche il segretario di +Europa Riccardo Magi. “Andare a modificare atti di nascita di bambini che hanno 6 o 7 anni è qualcosa di persecutorio – ha detto -. Rispetto alle decisioni dei tribunali, l’unica cosa da fare è ricorrere e sollevare la questione davanti alla Corte costituzionale”.
Milano Pride, il flash mob finale
A chiudere l’evento, dopo i discorsi delle istituzioni, un flash mob curato da Angelo Cruciani, attivista e stilista di Yezael, che ha messo in scena un parto collettivo per la “nascita di un nuovo amore”. Sul palco 24 persone hanno rappresentato l’intera umanità.