Nelle scuole pubbliche francesi le studentesse non potranno più indossare l’abaya, tradizionale abito femminile islamico che copre tutto il corpo eccetto testa, piedi e mani. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Gabriel Attal.
A scuola in abaya? “È un gesto religioso”
“Vogliamo dare regole chiare a livello nazionale ai responsabili delle scuole” ha detto Attal parlando all’emittente televisiva “Tf1”, precisando di voler incontrare già dalla settimana prossima tutti i direttori e presidi di scuole per aiutarli nell’applicazione di questo divieto.
“La laicità è la libertà di emanciparsi attraverso la scuola”, ha insistito il ministro. Appena nominato al ministero, alla fine di luglio, Attal ha giudicato che andare a scuola in abaya fosse “un gesto religioso, volto a mettere alla prova la resistenza della Repubblica nel santuario secolare che la scuola deve costituire”. “Se entri in un’aula, non devi poter identificare la religione degli studenti guardandoli“, ha aggiunto.
“Niente proselitismi, scuola tempio della laicità”
Fa eco alle affermazioni del ministro dell’Istruzione il portavoce del governo, Olivier Véran: l’abaya è “chiaramente” un abito religioso e la scuola “è il tempio della laicità”, ha detto ai microfoni di BFM.
La diffusione della “abaya” negli spazi pubblici è stata finora “tollerata”, anche se l’abito è sempre stato frequentemente “consigliato” dai religiosi islamici più ortodossi. Nelle scuole di banlieue, le ragazzine si presentano con l’abito lungo e largo che copre tutto il corpo fino ai piedi e la testa avvolta nel velo, che scostano soltanto all’ultimo momento entrando nel cancello della scuola. “Siamo sempre stati chiari – ha detto stamattina Véran -. Non si va a scuola per fare proselitismo religioso ma per imparare. Quando si è in classe non ci si deve trovare esposti a segni religiosi ostentatori”.
Stop all’abaya, critiche da sinistra
Prime critiche da sinistra, con La France Insoumise che ha denunciato un provvedimento “incostituzionale“: “Fin dove arriverà la polizia dell’abbigliamento? – ha twittato la deputata Clémentine Autain -. La proposta di Gabriel Attal è incostituzionale, contraria ai principi fondatori della laicità. Sintomatica del rifiuto ossessivo dei musulmani. Appena rientrati dalle vacanze, i macroniani già provano ad attaccare da destra il Rassemblement National”.