Mentre dermatologi e oncologi insistono sul fatto di non esporre la pelle ai raggi solari se non dopo un’adeguata protezione, sui social si sta facendo largo la nuova tendenza “No-sunscreen” o “anti-crema”, secondo la quale sarebbe inutile se non addirittura dannoso proteggersi dal sole.
Chi sono i “No sunscreen”
Diffidenti verso la medicina tradizionale, gli influencer anti creme solari “lavorano” per convincere i propri follower ad evitare questi prodotti che priverebbero l’organismo dei benefici del sole e sarebbero pericolosi per la pelle, cancerogeni in particolare.
L’intervento dell’Ordine dei Medici
Per sgomberare il campo da questi falsi miti, sono scesi in campo direttamente i medici di Dottoremaeveroche, il sito “antibufale” della FNOMCeO (Federazione degli Ordini dei Medici).
“Non si tratta solo di qualche isolato nostalgico delle scottature con spellatura – spiega la dottoressa Roberta Villa – e che un tempo rappresentavano quasi un rito di passaggio di inizio vacanza: ormai si parla di un vero e proprio movimento, per certi versi simile, e sovrapponibile, anche se numericamente molto inferiore, a quello ostile ai vaccini e in generale alla medicina cosiddetta ufficiale”.
“No sunscreen” e il complotto per alimentare i profitti dell’industria cosmetica
“Secondo gli influencer ‘No sunscreen’ – continua la dottoressa – che spopolano sui social media, anche quello che mette in guardia dai rischi del sole sarebbe un complotto per alimentare i profitti dell’industria cosmetica, così come i vaccini sarebbero utili solo alle aziende farmaceutiche. Alcuni ne deducono che va benissimo esporsi al sole anche senza protezione, perché i benefici sul sistema immunitario derivati dalla maggior produzione di vitamina D sarebbero in grado di neutralizzare qualunque eventuale rischio. In realtà, è vero che il contenuto di questa vitamina nell’alimentazione può essere insufficiente, ma per beneficiare di quella prodotta dalla nostra pelle basta la minima esposizione al sole che si ha nella vita quotidiana, semplicemente recandosi ogni giorno a scuola o al lavoro. Non esiste invece alcuna prova che l’uso dei filtri solari riduca i livelli di vitamina D nel sangue”.
Le creme solari sono davvero pericolose?
Spiega la dottoressa Villa: “Sebbene altri studi in passato avessero già sollevato la questione (sulla pericolosità delle creme, ndr) il dibattito è stato recentemente rinfocolato da alcuni articoli scientifici pubblicati sull’autorevole rivista JAMA. Il più allarmante è del marzo 2020, anche perché condotto dagli esperti della FDA (Food and Drug Administration) statunitense”.
Dopo aver sperimentato diversi prodotti in varie formulazioni (latte, spray, crema) sulla pelle di una cinquantina di volontari, gli autori hanno dimostrato che le sostanze chimiche testate sono assorbite nel circolo sanguigno e in tre settimane di applicazione possono superare i livelli di concentrazione dimostrati come sicuri dall’agenzia. “Attenzione, però. Oltre questa soglia non abbiamo prove di tossicità, ma solo la necessità di ulteriori sperimentazioni”, precisa Roberta Villa. E aggiunge: “Sulla necessità di proteggersi dai raggi ultravioletti a livello scientifico c’è pieno consenso. I filtri solari servono a ridurre il danno dell’esposizione diretta al sole”.
Negli Usa 90% dei tumori della pelle dovuto a esposizione solare
Negli Stati Uniti si diagnosticano ogni anno circa 5 milioni di tumori maligni della pelle, tra melanoma e altri tipi di malattia, il 90% dei quali è da ricondurre all’esposizione solare. “L’abbronzatura selvaggia rappresenta quindi un rischio certo, mentre i possibili effetti negativi delle creme sarebbero tutti da verificare”, si afferma ancora sul sito “antibufale” della FNOMCeO.
Tant’è che proprio l’aumento nel numero dei casi di tumori della pelle ha spinto i medici a insistere maggiormente sull’utilizzo di protezioni solari. “Mentre un tempo si consigliava la crema solo durante le vacanze al mare o in montagna – termina Villa – oggi gli esperti suggeriscono di applicare possibilmente una protezione tutto l’anno, e ripetere l’applicazione durante il giorno. In teoria ciò potrebbe cambiare il profilo di sicurezza di un prodotto: sicuro per un uso occasionale, meno se usato in grandi quantità tutti i giorni per anni. Anche per questo l’FDA ha chiesto ulteriori accertamenti alle aziende, senza però smettere di raccomandare l’uso dei filtri ai cittadini”.