Resta seria la situazione in Islanda, anche se i flussi di lava a Grindavika, cittadina di 4mila anime a circa 40 km a sud-ovest di Reykjavik, sembrano rallentare. Nelle prime ora di domenica, il vulcano sulla penisola di Reykjanes ha iniziato a eruttare riversando lava nella cittadina: alcune case del villaggio di pescatori hanno preso fuoco e sono andate distrutte e l’intera popolazione è stata evacuata. La strada principale che porta al paese è stata interrotta dalla colata. La premier islandese Katrin Jakobsdottir dopo l’inizio della nuova eruzione vulcanica, ha dichiarato: “La situazione è terrificante”.

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Il flusso di lava in Islanda sta rallentando

Il flusso di lava dalla fessura meridionale sembra essersi in gran parte completamente interrotto, mentre quello dalla fessura settentrionale sembra aver leggermente rallentato: lo scrive il principale sito di notizie del Paese, mbl.is, che il portavoce della Protezione civile, Hördís GuÐmundsdóttir. Intanto, la polizia e le squadre di soccorso monitorano il flusso della lava dalle webcam e con un drone che sorvola la zona colpita.

La lava nella città di Grindavik

L’Ufficio meteorologico islandese (IMO) ha affermato che le barriere erette per arginare la colata sono state violate in alcuni punti, consentendo alla lava di raggiungere la città e mandando a fuoco diversi edifici.

L’Islanda dichiara lo stato di emergenza

Il livello di allerta del Paese è comunque di “emergenza”, il più alto dei tre livelli della scala che segnala la possibile minaccia di danni a persone, comunità, proprietà o ambiente.

Penisola di Reykjanes tranquilla da otto secoli

L’eruzione di domenica è la quinta avvenuta lungo la penisola di Reykjanes dal 2021. La precedente eruzione nella zona si era verificata la sera del 18 dicembre scorso. Ma la lava non raggiungeva le case da almeno 51 anni. La penisola di Reykjanes non aveva dato segni di attività da secoli. Poi, nel marzo del 2021, la terra si è risvegliata dopo 8 secoli con diverse eruzioni nella zona.

Nessun volo cancellato

Nonostante l’eruzione, non sono stati interrotti voli nazionali o internazionali. Lunedì mattina il codice colore dell’aviazione dell’IMO per la penisola di Reykjanes era arancione, indicando un’eruzione in corso con “nessuna o lieve emissione di cenere”. I voli dal vicino aeroporto di Keflavik funzionavano normalmente.

Il messaggio del presidente islandese

Rivolgendosi alla nazione in una trasmissione in diretta domenica sera, il presidente Gudni Johannesson ha esortato le persone a “stare uniti e ad avere compassione per coloro che non possono stare nelle loro case”.

La premier: “Giorno nero per tutta l’Islanda”

La prima ministra islandese Katrin Jakobsdottir ha detto che l’eruzione è stata un “giorno nero per tutta l’Islanda“, ma ha aggiunto che “il sole sorgerà di nuovo”. “Insieme affronteremo questo shock e qualunque cosa possa accadere. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con voi.”

Terremoti ed eruzioni dallo scorso dicembre

Forti scosse di terremoto hanno preceduto l’eruzione di dicembre nel sistema vulcanico Svartsengi. Nelle settimane successive, furono costruiti muri attorno al vulcano per dirigere la roccia fusa lontano da Grindavik, dove vivono circa 4.000 persone.

Islanda posta fra due placche tettoniche

L’Islanda si trova su quella che è conosciuta come la dorsale medio atlantica, il confine tra le placche tettoniche eurasiatica e nordamericana, due delle più grandi del pianeta. L’Islanda ha 33 sistemi vulcanici attivi, il numero più grande in Europa. Alcuni di questi hanno creato problemi seri, come l’Eyjafjallajökull, le cui poderose emissioni di cenere, sparse su metà dell’emisfero nord, fra aprile e maggio del 2010 lasciarono a terra migliaia di voli, imponendo la più grave crisi del trasporto aereo globale dalla Seconda Guerra Mondiale.