Partecipare a un trekking con gli amici, esplorare una città straniera, godersi un soggiorno al mare: esperienze rigeneranti e ancora più allettanti se a pagare è la tua azienda. Il nuovo trend, partito da alcune multinazionali di viaggio, è distribuire ai dipendenti, in forma di incentivo, un budget per visitare il mondo. Nell’attuale clima economico, questo benefit appare più prezioso che mai.

Incentivi partiti dalle aziende di viaggio

Come riferisce il sito della Bbc, questi programmi di incentivo hanno avuto origine presso aziende legate ai viaggi. I dipendenti di Airbnb, per esempio, ricevono ogni anno 2.000 dollari in credito di viaggio, mentre Expedia rimborsa al personale tra 1.250 e 1.750 dollari all’anno per spese legate a visite e soggiorni.

Il benefit viaggi piace anche ad altri settori

Aziende di altri settori stanno seguendo questo modello. Calendly, società di software che sviluppa una piattaforma di comunicazione aziendale, offre un budget annuale per le vacanze di 1.000 dollari per hotel, voli o auto a noleggio; la società di software Bamboo HR offre “vacanze pagate” per 2.000 dollari.

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Un benefit per trattenere i dipendenti

Questi benefit sono utilizzati dalle aziende per attrarre e trattenere i talenti di cui hanno bisogno, cercando di contrastare la diminuzione della fedeltà dei dipendenti. “Il messaggio è che i datori di lavoro si preoccupano davvero del benessere della propria forza lavoro, al di là di misure superficiali. Ciò ripaga sicuramente a lungo termine”, ha dichiarato alla Bbc Michael König, docente presso il Dipartimento di strategia e innovazione dell’Università di Economia e Commercio di Vienna.

Perché negli Usa l’idea è così appealing

E sebbene si tratti di una tendenza globale, gli incentivi aziendali legati ai viaggi risultano particolarmente attraenti per i lavoratori negli Stati Uniti, dove le ferie retribuite non sono obbligatorie e il 46% dei lavoratori che le ricevono non le sfruttano tutte.

Vacanze inaccessibili? Arriva il benefit aziendale

Avere delle ferie pagate dall’azienda risulta particolarmente allettante in un periodo di crisi, in cui concedersi un viaggio o un soggiorno al mare con la famiglia diventa difficile. “Il forte aumento del costo della vita e l’aumento dell’inflazione in tutto il mondo rendono le vacanze un vero lusso. Le aziende che offrono ferie retribuite affrontano direttamente questo problema”, afferma König. Per i datori di lavoro, ciò ha anche senso dal punto di vista finanziario. “In molti paesi, questi costi sono anche deducibili dalle tasse, e il beneficio netto potrebbe quindi essere persino maggiore di un aumento di stipendio, sia per il dipendente che per il datore di lavoro.”