Oltre un miliardo di persone in tutto il mondo vive in condizioni di obesità. Lo rivelano le stime pubblicate su “The Lancet”, rivista scientifica britannica di ambito medico. Secondo il rapporto, che copre un periodo compreso tra il 1990 e il 2022, sarebbero interessati da questa patologia circa 880 milioni di adulti e 159 milioni di bambini.

Obesità all’origine di numerose patologie

Una rete internazionale di oltre 1.500 ricercatori, che collabora con l’OMS, ha analizzato le misurazioni di altezza e peso di circa 220 milioni di persone dai cinque anni in su, utilizzando come misura l’indice di massa corporea. Il team di scienziati ha lanciato un appello affinché si cambi urgentemente il modo in cui si sta affrontando questo problema globale: l’obesità può infatti aumentare il rischio di sviluppare molte gravi patologie, tra cui malattie cardiache, diabete di tipo 2 e alcuni tumori.

I tassi di obesità più alti nel mondo

I tassi più alti di obesità si registrano a Tonga e nelle Samoa americane per le donne e nelle Samoa americane e Nauru per gli uomini, con circa il 70-80% degli adulti che convivono con questo problema.

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Come si posizionano Stati Uniti, India e Cina

Classificando i tassi di obesità globali (la percentuale di popolazione classificata come obesa, dopo aver tenuto conto delle differenze di età), i ricercatori hanno scoperto che gli Stati Uniti sono al 10° posto per gli uomini e al 36° per le donne. L’India è al 19esimo posto per le donne e al 21esimo per gli uomini
La Cina è all’undicesimo posto per le donne e al 52esimo per gli uomini.

L’obesità aumenta, soprattutto fra i giovanissimi

Il rapporto ha rilevato che il tasso di obesità è quadruplicato tra i bambini e gli adolescenti. Nel frattempo, per gli adulti, il tasso è più che raddoppiato nelle donne e quasi triplicato negli uomini. Allo stesso tempo, la percentuale di adulti classificati come sottopeso è diminuita del 50%, ma i ricercatori sottolineano che rimane ancora un problema urgente, soprattutto tra le comunità più povere.

OMS: “Prevenzione fin dalla prima infanzia”

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato: “Questo nuovo studio evidenzia l’importanza di prevenire e gestire l’obesità dalla prima infanzia all’età adulta, attraverso la dieta, l’attività fisica e cure adeguate”. Ghebreyesus ha aggiunto che ciò richiederebbe il lavoro dei governi e delle comunità e “soprattutto la cooperazione del settore privato, che deve essere responsabile dell’impatto sulla salute dei prodotti“.

“Clima, Covid e guerre influiscono sulla malnutrizione”

La coautrice dello studio, Guha Pradeepa, della Madras Diabetes Research Foundation, afferma che i problemi globali rischiano di peggiorare la malnutrizione causata sia dall’obesità che dal sottopeso. “L’impatto di questioni come il cambiamento climatico, le interruzioni causate dalla pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina – ha dichiarato – rischiano di peggiorare sia i tassi di obesità che di sottopeso, aumentando la povertà e il costo degli alimenti ricchi di sostanze nutritive. Le conseguenze a catena di ciò sono cibo insufficiente in alcuni paesi e famiglie, e lo spostamento verso alimenti meno sani in altri”.