«È il giorno più bello della mia vita. Indimenticabile. Anzi, è stato tutto un mese indimenticabile, perché sono successe talmente tante cose che ancora non ci credo». La prima medaglia dell’atletica azzurra a Parigi 2024 arriva da Mattia Furlani grazie al suo 8.34 del salto in lungo che vale un bronzo pesantissimo.
La più grande emozione
«È stato incredibile, ci ho creduto fino alla fine: ma non voglio più piangere davanti alle telecamere, altrimenti poi mi date del piagnone…», le sue prime parole con lieve accento romanesco. «Ma è la più grande emozione della mia vita». Commosso, un po’ sorpreso, Furlani è comunque lucido nel commentare il suo exploit alle Olimpiadi di Parigi a soli 19 anni. L’azzurro ringrazia ancora, come ha fatto a caldo, «tutti coloro che mi hanno supportato», ma è conscio di aver fatto una prova di altissimo livello.
A due centimetri dall’argento
A tratti, Furlani ha cullato anche il sogno di una medaglia più preziosa – l’argento è stato sfiorato solo di due centimetri, la distanza che lo divide al giamaicano Pinnock – sotto gli occhi della mamma-coach Kathy Sech (ex velocista senegalese) che in tribuna sorrideva e incitava, consigliava e consolava.
Ispirazione Noah Lyles
«La mia gara è tecnicamente impressionante. Non saltavo così da Ancona (agli Assoluti di febbraio, ndr), veramente una bella consistenza di salti. Peccato per quei due nulli ma comunque è stata un’emozione, davvero ‘Uau’», afferma Furlani, che rivela poi di averci davvero creduto. «Ce l’ho fatta credendoci – spiega ancora -. Ad ogni salto l’obiettivo era andare più lontano ed ero convinto che mettendocela tutta sarei arrivato a medaglia ed è quello che è successo. Una spinta emotiva me l’ha data anche Noah Lyles, vederlo caricarsi a quel modo prima della gara dei cento metri è stata un’ispirazione. Mi ha fatto raggiungere uno stato mentale fantastico».
Largo ai giovani
«Sul lato emotivo questa è la dimostrazione che per alcune cose ci vuole del tempo. Un anno fa ai Mondiali di Budapest ero fuori dalla finale, ora sono qui. Bisogna dare tempo ai giovani e dare processo alle cose, sono sicuro che migliorerò ancora. Bisogna dare fiducia a tutti i ragazzi, spero di essere stato un’ispirazione per crederci, bisogna avere tempo per raggiungere determinati risultati», prosegue l’azzurro classe 2005. «Una medaglia olimpica vuol dire tanto, credo sia qualcosa che ho sempre aspirato nella mia piccola carriera di atleta. Spero sia l’inizio di una grande serie di medaglie», è la sua splendida promessa.
Furlani: «Obiettivo? Arrivare sempre più in alto»
«Non avrei mai creduto che il mio nome sarebbe potuto essere accostato a quello di campioni come Evangelisti, Fiona May e Howe. Essere paragonato a loro è incredibile. Il mio futuro? Spero che sia lungo, in salute e felice come ora, con l’obiettivo di arrivare più in alto possibile. Stasera comunque si festeggia, è doveroso. Lo devo a me stesso e alla mia famiglia, poi si ricomincia». «Mi auguro che sia l’inizio, sappiamo che c’è ancora tanto da lavorare che nemmeno ce lo possiamo immaginare. Ora c’è da godersi questo momento e provare ad andare sempre più in lungo», conclude il bronzo olimpico azzurro.