Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Venezia. Il collegio ha escluso le aggravanti della crudeltà e del reato di stalking. «La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società», ha commentato Gino Cecchettin dopo la lettura del verdetto. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 90 giorni.

Giulia Cecchettin fu uccisa da Filippo Turetta con 75 coltellate, l’11 novembre 2023 a Fossò (Venezia).

Esclusi per Turetta crudeltà e stalking

La decisione della Corte d’Assise di Venezia è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio. Turetta era accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento di cadavere. L’ex fidanzato di Giulia Cecchettin è stato dichiarato colpevole «dei reati a lui ascritti», «escludendo l’aver agito con crudeltà e per aver commesso nei confronti della vittima il reato di stalking», ha detto presidente del collegio Stefano Manduzio, nel leggere la sentenza.

Filippo Turetta

Turetta ha ascoltato la lettura della sentenza a testa bassa, gli occhi chiusi, senza alcuna reazione apparente.

Il risarcimento riconosciuto alle parti civili

È stato inoltre disposto un risarcimento alle parti civili con il pagamento di una provvisionale di 500mila a Gino Cecchettin, 100mila ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30mila ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio, oltre alle spese di costituzione legale.

Le richieste del pm e dei legali di Turetta

Il pm Andrea Petroni, nella requisitoria, aveva chiesto l’ergastolo, mentre la difesa del giovane – avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera – aveva chiesto che le aggravanti fossero considerate insussistenti e che venissero riconosciute le attenuanti generiche, «in termini di equivalenza e subvalenza».

Gino Cecchettin

Gino Cecchettin: «Abbiamo perso tutti come società»

«La mia sensazione è che abbiamo perso tutti come società. Non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri o domani. È una sensazione strana, pensavo di rimanere impassibile». Lo ha detto ai giornalisti Gino Cecchettin, dopo la lettura della sentenza nei confronti di Filippo Turetta. «È stata fatta giustizia – ha aggiunto – la rispetto, ma dovremmo fare di più come esseri umani. La violenza di genere va combattuta con la prevenzione, con concetti forse un po’ troppo lontani. Come essere umano mi sento sconfitto”.