L’UNESCO sta lavorando al primo museo virtuale delle opere d’arte rubate. Il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del traffico di manufatti di grande valore storico e artistico e sull’importanza di preservare il patrimonio culturale mondiale.

Il museo virtuale dell’UNESCO sarà visitabile dal 2025

Il museo virtuale, realizzato grazie a un budget di 2,5 milioni di dollari, dovrebbe aprire nel 2025. I visitatori potranno navigare in una successione di spazi virtuali contenenti dettagliate immagini 3D dei manufatti, con spiegazioni approfondite sul loro significato culturale e testimonianze delle comunità locali. 

Un database di 52mila manufatti rubati

Il museo virtuale è stato sviluppato in collaborazione con l’Interpol , che detiene un database di oltre 52mila manufatti culturali rubati da musei, collezioni e siti archeologici in tutto il mondo.

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Dallo Yemen all’India: opere rubate in tutto il mondo

Secondo la Antiquities Coalition, una ONG con sede negli Stati Uniti, fra i manufatti più significativi scomparsi a livello globale, c’è un’iscrizione su alabastro del terzo secolo prelevata dal tempio Awwam nello Yemen tra il 2009 e il 2011. Nella lista figurano anche un rilievo in avorio del VII secolo a.C. raffigurante un leone che attacca un nubiano, rubato dal Museo di Baghdad nel 2003; una maschera di pietra verde saccheggiata dal sito Maya di Rio Azul, Guatemala negli anni ’70; e una statuetta di Varaha del V-VI secolo, prelevata da un complesso di templi nel Rajasthan, in India, nel 1988.

Il progetto UNESCO pensato per sensibilizzare i giovani

Con questo progetto, l’organismo culturale delle Nazioni Unite si prefigge di sensibilizzare soprattutto i giovani sul fatto che un manufatto rubato è un oggetto che è stato strappato alla sua comunità. Il progetto vorrebbe inoltre dare un contributo a recuperare gli oggetti rubati e favorirne il rimpatrio nei paesi e nelle istituzioni da cui sono stati sottratti.

“Diritto della società di accedere al proprio patrimonio”

“Dietro ogni opera o frammento rubato si nasconde un pezzo di storia, di identità e di umanità che è stato strappato ai suoi custodi, reso inaccessibile alla ricerca, e che ora rischia di cadere nell’oblio”, ha affermato il direttore generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, citato dal “Guardian”. “Il nostro obiettivo – ha detto Azoulay durante un incontro dei rappresentanti nazionali dell’organizzazione a Parigi – è riportare queste opere sotto i riflettori e ripristinare il diritto delle società ad accedere al proprio patrimonio, a farne esperienza e a riconoscersi in esso”.

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Le mani della criminalità organizzata sui manufatti rubati

La convenzione dell’UNESCO del 1970 sul divieto e la prevenzione dell’importazione, dell’esportazione e della vendita illecite di beni culturali sollecita gli stati firmatari ad adottare misure per fermare il traffico, che secondo l’Interpol è sempre più appannaggio della criminalità organizzata.

L’architetto del progetto UNESCO, Francis Kéré

L’architetto del progetto, Francis Kéré, vincitore nel 2022 – e primo africano – del prestigioso premio Pritzker per l’architettura, ha affermato che il progetto mira a “risvegliare l’immaginazione”. Gli artefatti culturali incarnano “un valore nella loro presenza fisica, ma anche un valore per le loro comunità che non possiamo descrivere”, ha affermato. L’architetto ha progettato una “rampa” virtuale, contenuta all’interno di un globo che collega regioni, paesi, culture e i 600 manufatti che comporranno la collezione di apertura, e ha iniziato a lavorare con gli sviluppatori web per trasformare il concetto in una realtà digitale.