La polemica non è nuova: la designer olandese Meike van Schijndel ha realizzato l’orinatoio a forma di bocca di donna “Kisses” all’inizio degli anni Duemila e spesso la sua installazione in questo o quel locale pubblico – in Italia e all’estero se ne trovano oltre un centinaio – ha sollevato aspre critiche. Stavolta però sta succedendo qualcosa di diverso. La segnalazione via social da parte di una utente dell’oggetto in questione all’interno dei bagni maschili di una palestra torinese ha fatto partire un’ondata di indignazione generale. Il corpo della donna esposto in modo così brutale e violento evidentemente non è più accettabile. Soprattutto dopo fatti raccapriccianti come quello dello stupro di gruppo della 19enne di Palermo violentata perché “la carne è carne”, ma anche dopo episodi di disarmante “goliardia” sessista come la ragazza ricoperta di cioccolato su un buffet di un hotel in Sardegna. La gente, le donne ma anche tanti uomini, non è più disposta a lasciar passare messaggi che veicolano un’immagine distorta del corpo della donna come oggetto da usare, possedere, umiliare.
La segnalazione dell’orinatoio nella McFit di Torino
L’orinatoio a forma di bocca di donna, ispirato al logo dei Rolling Stones, è stato segnalato nel bagno dei maschi di una palestra McFit a Torino della cantante Greta Squillace. L’artista, vincitrice di The Voice of Italy nel 2016, ha postato nelle sue Instagram stories una foto dell’orinatoio con un messaggio rivolto direttamente all’azienda: “Una palestra con gabinetti a forma di bocca di donna nei bagni maschili. Mi immagino già i commenti dei fenomeni che ci pisceranno lì dentro…… Se fossi in voi, proverei vergogna“.
Le risposte della palestra McFit
Nelle proprie storie Greta Squillace ha condiviso anche la risposta della palestra McFit, che fa parte di una grande catena multinazionale con centri fitness in numerose città europee: “Sentiti sempre libera di urinare in quelli delle donne. Spread the love“. A seguire, la catena ha precisato che quel modello è presente in altre palestre all’estero e in Italia “costruite fra il 2017 e il 2019”, mentre “quelle più recenti hanno degli orinatoi a forma di muro tradizionale”. Gli orinatoi, replicano dall’azienda, “sono opera di Meike van Schjinde, un designer olandese che li ha progettati nel 2004 in occasione della Giornata mondiale dei servizi igienici con lo scopo di portare l’attenzione sul fatto che milioni di persone nel mondo non hanno accesso a impianti sanitari. Gli orinatoi nei bagni McFit sono stati scelti dal nostro team di designer che opera a livello internazionale. Nei nostri centri ricerchiamo uno stile particolare e questi oggetti sono considerati elementi di arredamento caratterizzanti i nostri ambienti. Quando però a Bologna anni fa c’è stata la prima ed unica critica ci siamo fatti delle domande e nell’evoluzione del nostro standard abbiamo deciso di cambiare per evitare messaggi sbagliati”.
Indignazione social per l’orinatoio a forma di bocca
Sui social numerosi utenti hanno espresso la propria indignazione e minacciato di disdire gli abbonamenti. Fra i commenti: “Che tristezza. Mi auguro che tutte le donne annullino iscrizione“; “Anche questo è ‘stupro’. Fa male. Molto! Come chi deride i sentimenti in base all’età. Il cervello umano si sta seccando insieme agli altri organi”; “veramente una cosa di cattivo gusto”; “Dalla bocca femminile come urinatoio, al corpo femminile come vassoio al cioccolato..al concetto terribile di donna come ‘carne da stuprare’ il passo è breve“.
Condanne anche anche dalla politica
Alle centinaia di commenti sui social si aggiungono quelle di esponenti politici torinesi. Nadia Conticelli, capogruppo Pd in Consiglio comunale, propone di boicottare la palestra fino a quando non avrà rimosso gli orinatoi “violenti e sessisti”. “Servono fatti e non parole per combattere la violenza sulle donne e il patriarcato”, scrive sui social. D’accordo Silvio Viale, consigliere comunale radicale: “da rimuovere subito e non mi si venga a dire che è artistico”. “Che schifo. La testa di chi l’ha progettata, di chi l’ha comprata e di chi la difende è una vera latrina“. Così in una nota il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Marco Grimaldi, originario di Torino, commenta la vicenda.