Dopo avere scontato quasi nove anni di carcere, Oscar Pistorius è tornato in libertà. Il campione paralimpico ha lasciato la prigione di Atteridgeville, in Sudafrica, a pochi chilometri dalla capitale Pretoria e si è trasferito nella lussuosa villa dello zio Arnold Pistorius.

Oscar Pistorius, 37 anni, stava scontando una condanna a 13 anni e cinque mesi per avere massacrato e ucciso la fidanzata, la famosa e bellissima modella Reeva Steenkamp. Le autorità sudafricane hanno reso noto che vivrà in libertà vigilata fino al 2029. Fino a quel momento ha il divieto di parlare con i media.

Il delitto che sconvolse il mondo

Un fatto orribile quello accaduto il 14 febbraio del 2013 nella villa del campione a Pretoria. Oscar Pistorius e Reeva Steenkamp erano considerati una delle coppie più glamour del mondo. Erano entrambi belli, ricchi – lui guadagnava oltre 1,5 milioni di euro l’anno solo di sponsor -, e molto innamorati. Quella notte di San Valentino, però, lui la massacrò colpendola in testa con una mazza, e sparandole contro quattro colpi di pistola dopo che lei, in preda al panico, si era chiusa a chiave nel bagno.

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– Reeva Steenkamp, la modella uccisa da Oscar Pistorius il 14 febbraio 2013.
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– Oscar Pistorius durante il processo nei suoi confronti.
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– Oscar Pistorius e Reeva Steenkamp quando erano fidanzati.
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– Oscar Pistorius all’Olimpiade di Londra del 2012.
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– Oscar Pistorius piange al processo per l’uccisione della fidanzata.

Chi è Oscar Pistorius

“Pensavo che Reeva fosse a letto. Ho sparato perché, senza le mie gambe, mi sentivo indifeso”, raccontò dopo il delitto il campione paralimpico, precisando che era convinto che in casa fossero entrati dei ladri. Da qui la sua folle reazione.

Oscar Pistorius non ha mai cambiato versione: ha sempre affermato di aver agito per paura perché in quel momento si sentiva fragile in quanto senza gambe.

Nato con i piedi deformi e senza i peroni, cioè le ossa delle gambe che assistono la tibia, a undici mesi subisce l’amputazione. Sua madre Sheila fa di tutto per non farlo sentire “diverso”. Gli insegna a camminare con le protesi, lo spinge a fare sport. Finché, giovanissimo, entra nella squadra di rugby del liceo. Ma si fa notare per un altro sport: corre come un fulmine.

La sfida contro i Giochi olimpici

Nel 2004 Oscar Pistorius vince le gare per atleti senza una sola gamba e per tutti diventa “Blade Runner”, cioè il corridore sulle lame. Come quelle che indossa per correre, ispirate alle zampe dei ghepardi, i quadrupedi più veloci del pianeta.

Chiede di partecipare ai Giochi olimpici di Pechino 2008. Ottiene un rifiuto, ma fa ricorso e lo vince: diventa il primo disabile a partecipare a un’Olimpiade. Non riesce, però, a qualificarsi. Mentre ai Giochi paralimpici stravince.

L’incontro tra Oscar Pistorius e Reeva Steenkamp

Diventato una celebrità, dopo varie relazioni, incontra Reeva Steenkamp, una tra le cento donne più belle del mondo. Nata a Cape Town il 19 agosto 1983, è una modella impegnata in difesa delle donne vittime di violenza, in quanto lei stessa, giovanissima, è stata maltrattata da un fidanzato.

Modella dall’età di quattordici anni, finisce prima sulla copertina di Fhm, il magazine maschile che fotografa le più belle modelle del mondo, e poi diventa il primo volto di Avon in Sudafrica. Con Oscar Pistorius è un colpo di fulmine. Lui, dopo un mese che si frequentano, le dice: “Sei la donna dei miei sogni”.

Ma più la passione cresce e più Oscar diventa geloso. Litigano. Lei gli scrive: “Non credo che il modo in cui mi hai trattato ieri sia stato rispettoso”.

Quel messaggio prima di morire

Ogni volta fanno pace. Alla vigilia di San Valentino del 2013, Reeva scrive su Twitter: “Cosa tirerete fuori dal cilindro per il vostro amore domani? Che emozione”. Poi viene uccisa.

La versione di Oscar Pistorius

“Siamo andati a letto alle dieci”, dirà Oscar, “intorno alle tre mi sono svegliato per il caldo. Reeva si è stretta a me: ‘Non riesci a dormire?’. Le ho detto: ‘Prendo i ventilatori in terrazza’. Mentre rientravo ho sentito un rumore in bagno. Ho sussurrato: ‘Reeva, nasconditi sotto il letto, c’è qualcuno in casa’”.

Il racconto continua: “Ho preso la pistola, la luce del bagno era accesa, la porta chiusa. Ho urlato: ‘Reeva, chiama la polizia’. Ho sparato. Sono tornato in camera, ma Reeva non era a letto. La porta del bagno era chiusa a chiave. Ho indossato le protesi e l’ho sfondata con una mazza. Reeva era lì, nel sangue. L’ho presa per portarla in ospedale, è morta tra le mie braccia”.

La madre di Reeva: “Vivo l’ergastolo del dolore”

Ora Pistorius è tornato libero. Alla notizia, la madre della modella, June Steenkamp, che non ha mai creduto alla versione dei fatti del campione, ha affermato: “Sto vivendo l’ergastolo del dolore”.

I genitori di Reeva hanno sempre pensato che la figlia sia stata uccisa perché voleva lasciare Pistorius. La donna ha aggiunto: “Non potrà mai esserci giustizia se la persona amata non tornerà mai più, e nessuna permanenza in carcere riporterà indietro Reeva. Noi, che siamo rimasti indietro, siamo quelli che stanno scontando una condanna a vita”.