Alcune persone sarebbero entrate nella stanza dove venne ritrovato il corpo senza vita di Marco Pantani, nel residence “Le Rose” di Rimini, prima della polizia scientifica. Il fatto, già era emerso pochi mesi dopo la morte del Pirata il 14 febbraio 2004, è stato ora confermato nell’ambito dell’indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine avviata dalla Procura della Repubblica di Trento.
Nuovi dubbi sulla fine di Marco Pantani
Secondo quanto riferito da due testimoni, all’epoca operatori della scientifica, venne data loro la disposizione di attendere il via libera prima di effettuare filmati e rilievi nella stanza in cui si trovava il corpo del ciclista e furono invitati ad aspettare fuori dalla camera.
In particolare, uno dei due agenti, l’allora assistente capo della Polizia scientifica, Maria Teresa Bisogni, rilevò nel dicembre del 2004 l’incoerenza della direttiva, «in quanto – affermò – sulla scena del fatto su cui si indaga per primi dovrebbero entrare gli operatori della scientifica opportunamente attrezzati con calzari, guanti e tute».
Riportato nella relazione finale della Commissione parlamentare antimafia sulla morte del campione, approvata nel settembre del 2022, il fatto solleva nuovi dubbi sulla fine di Marco Pantani.
L’esclusione dal Giro del 1999
L’indagine della Procura di Trento, avviata lo scorso anno, segue anche gli esiti dell’inchiesta della commissione bicamerale, secondo cui bisognava indagare ancora sulle “anomalie” legate all’esclusione dal Giro d’Italia di 25 anni fa di Pantani.
La pm Patrizia Foiera, in particolare, si sta concentrando su un possibile giro di scommesse illegali gestite dalla Camorra e sulle presunte alterazioni dei campioni ematici del ciclista durante i controlli anti doping del Giro d’Italia del 1999. Proprio in Trentino, a Madonna di Campiglio, vennero infatti resi noti, il 5 giugno di 25 anni fa, i risultati sulla concentrazione di ematocrito nel sangue del campione, di circa due punti percentuali superiori a quanto previsto dal regolamento. Pantani venne sospeso dall’ultima tappa di un Giro d’Italia che aveva fino a quel momento dominato e di cui era già dato per vincitore.
I “buchi” investigativi
Dieci fino ad ora le persone informate sui fatti ascoltate in procura per ricostruire le modalità del prelievo e capire perché alla provetta di Pantani non fu assegnato un numero progressivo e anonimo ma il 11440, apposto alla presenza di più persone. E poi ci sono i “buchi investigativi” evidenziati dalla Commissione parlamentare antimafia come si legge nelle “risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999”.
Acquisita nuova documentazione
Nelle ultime ore la Procura trentina ha acquisito nuova documentazione relativa all’esclusione di Pantani dal Giro d’Italia del 1999 dalla Procura di Forlì. «C’è una procura che assieme alla polizia giudiziaria sta lavorando e procedendo» ha detto a LaPresse l’avvocato Fiorenzo Alessi che rappresenta la mamma del Pirata, Tonina Belletti. «Dalle carte, se si leggono attentamente, emergono elementi che quel controllo non sia stato fatto secondo i crismi di legge con condotte che avrebbero potuto interferire sul campione ematico – ha aggiunto l’avvocato Alessi -. Ora c’è un buon lavoro congiunto con la magistratura. Le circostanze sono la sostanza di un procedimento penale».