Il cambiamento climatico entra nel dibattito sul calendario della scuola. C’è, fra le associazioni degli insegnanti, chi vorrebbe posticipare l’inizio delle lezioni ad ottobre sostenendo che il mese di settembre è ormai troppo caldo per far rientrare i ragazzi in aula. Contrari molti genitori per i quali la pausa delle vacanze è già molto lunga e la gestione dei figli diventerebbe ancora più complessa di quanto non lo sia già attualmente.
Gli insegnanti dell’Anief: «Troppo caldo, assurdo iniziare la scuola a settembre»
A sostenere l’inizio posticipato della scuola ad ottobre l’Anief, l’Associazione nazionale insegnanti e formatori. “Con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre, meglio ottobre. – ha dichiarato il spiega il presidente dell’associazione Marcello Pacifico -. Ci vuole buon senso e lungimiranza. Anche i cicli produttivi devono cambiare e la pubblica amministrazione deve avviare questi cambiamenti secondo il clima”.
Scuola, i docenti del CNDDU: «Evitare malori per studenti e insegnanti»
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani (CNDDU), associazione che riunisce docenti di ruolo e precari, ha scritto al presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano, al presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Antonio D’Avino e al presidente Associazione Nazionale Pedagogisti, Maria Angela Grassi, chiedendo di esprimere un parere scientifico sull’opportunità o meno di posticipare l’avvio dell’anno scolastico 2024/2025.
In precedenza il Coordinamento aveva chiesto al ministro Valditara e alle Regioni di valutare la possibilità di modificare il calendario scolastico “per evitare possibili malori sia per gli studenti fragili che per gli insegnanti, la cui età media, da statistica, è spesso elevata. Riteniamo necessario ritornare sull’argomento in modo da ipotizzare soluzioni adeguate e tempestive”, ha scritto il presidente Romano Pesavento.
Contrarie molte associazioni di genitori: «Centri estivi troppo costosi»
Lo slittamento della data di inizio delle lezioni non piace alle associazioni dei genitori, che si vedrebbero ulteriormente dilatato il periodo delle vacanze estive, con conseguente difficoltà nella gestione dei figli. Già la situazione attuale, che vede le scuole chiuse dai primi di giugno ai primi di settembre, risulta problematica da più punti di vista. Innanzitutto il costo dei centri estivi – laddove siano disponibili – è sempre più alto e interamente a carico delle famiglie. In secondo luogo, ben pochi genitori dispongono di tre mesi di vacanza per gestire i figli, figuriamoci se l’inizio delle scuole dovesse essere posticipato ad ottobre. Per questo sono nate diverse iniziative di raccolta firme per chiedere una revisione del calendario scolastico. “La lunghissima pausa scolastica – si legge in una petizione che ha raccolto 60mila firme – moltiplica le disuguaglianze, favorisce la perdita di competenze cognitive e relazionali di bambine, bambini e adolescenti e scoraggia la conciliazione di vita-lavoro per tanti genitori costretti a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di alternative a prezzi ridotti”.