Le famiglie risparmiano sugli acquisti più tradizionali, a partire dal cibo e dall’abbigliamento e spendono sempre di più per telefoni, pc e prodotti multimediali, così come per il tempo libero. È quanto emerge da un’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio che ripercorre i 30 anni che hanno rivoluzionato i consumi degli italiani, alla prese con i redditi reali in calo e i diktat e le mode della rivoluzione digitale.

Il boom dei cellulari

Lo studio parte dal 1995. Il primo cellulare era stato venduto in Italia appena 5 anni prima, secondo la Treccani, il primo iPhone sarebbe arrivato 12 anni dopo e si sarebbero dovuti aspettare cinque anni anche per il Nokia 3310, oggetto di culto degli appassionati ancora oggi. Da allora è stato un boom: la spesa per i telefoni delle famiglie è aumentata in termini reali di oltre il 6.500%, mentre smartphone sempre più evoluti diventavano compagni inseparabili e onnipresenti degli italiani, nel lavoro come nel tempo libero. In alcuni casi il telefono ha preso quasi le sembianze di un nuovo tipo di “padrone”, per i rider e gli altri lavoratori di app e piattaforme e non solo. Una crescita impetuosa ha riguardato anche pc e prodotti audiovisivi e multimediali, in espansione del 962% dal 1995.

In aumento i consumi per il tempo libero

Anche la spesa nei servizi ricreativi e culturali è aumentato, registrando un incremento del 90% in un’esplosione di attività da vivere e condividere sui social network. Dove hanno invece risparmiato gli italiani?

Meno cibo e abbigliamento

Sono altri i campi dove le famiglie hanno concentrato i loro sacrifici. Negli stessi decenni, i consumi di alimentari e bevande si riducevano del 10,6%, quelli di abbigliamento del 3,9%, e quelli di mobili ed elettrodomestici del 3,5%. Anche le spese di elettricità e gas scendevano, del 16,6% grazie ai minori sprechi e alle politiche di risparmio energetico. Negli ultimi anni la tendenza è continuata, complice anche la pandemia che ha dato un nuovo slancio ai dispositivi digitali. Nel 2007, prima della grande crisi, i consumi complessivi delle famiglie hanno raggiunto un picco mai più eguagliato ma, anche rispetto a quell’anno d’oro, la spesa per telefoni è aumentata di 137 euro. Quella per alimentari e bevande è calata di 521 euro.

L’influenza della pandemia sui consumi

Nel complesso, i consumi delle famiglie, nel 2024, secondo le previsioni di Confcommercio, raggiungeranno 21.778 euro, una spesa superiore ai livelli pre-Covid, ma al di sotto di quelli del 2007. Per alcune tipologie di acquisti è necessario ancora recuperare a pieno anche il terreno perduto con la crisi pandemica. È questo il caso, ancora una volta, soprattutto dei beni alimentari e della moda. Ma anche le spese turistiche, come viaggi e vacanze e i pasti e le consumazioni fuori casa sono leggermente inferiori al livello del 2019, nonostante le presenze da record.

Economia ancora in una fase di incertezza

«Quest’anno i consumi legati al tempo libero e quelli della filiera turistica daranno un forte contributo alla crescita. Ma la nostra economia è ancora in una fase di incertezza», ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo il quale «molto dipenderà dalla tenuta dell’occupazione, dalla riduzione dell’inflazione e dagli investimenti del Pnrr. E soprattutto dalla piena attuazione della riforma fiscale che può e deve sostenere redditi e consumi delle famiglie». Testimoniano una debolezza dei consumi anche i risultati da allarme, per Federmoda Confcommercio, dei saldi estivi, che non sono riusciti a rilanciare lo shopping.