Un recente sondaggio Gallup ha evidenziato un cambiamento nell’autodeterminazione sessuale tra gli adulti statunitensi. Nel 2024, il 9,3% degli adulti ha dichiarato di identificarsi come LGBTQ+, un aumento rispetto al 2023 e un dato che dimostra un trend crescente iniziato nel 2012. La ricerca ha mostrato come la maggior parte di questa crescita provenga dalla Generazione Z, i giovani adulti tra i 18 e i 27 anni, ma ha anche rivelato differenze importanti in base a fattori di genere, posizione geografica e orientamento politico. Questi risultati suggerirebbero un cambiamento culturale in corso negli Stati Uniti, con i giovani più disposti a dichiarare la propria identità sessuale non eterosessuale rispetto alle generazioni più anziane. Non si può tuttavia non notare che Donald Trump, fin dal suo insediamento alla Casa Bianca, ha assunto una posizione molto dura nei confronti delle comunità LGBTQ+. Il presidente americano ha sottolineato che la sua amministrazione riconosce solo due generi, quello maschile e quello femminile, affermando che le politiche di genere minacciano la sicurezza delle donne. L’ex tycoon ha inoltre messo subito in agenda il licenziamento di tutto il personale federale addetto a diversità, equità e inclusione. Recente lo sfogo sui social di Hunter Schafer, l’attrice transgender di Euphoria, che ha reso noto come sia stato modificato il suo genere sul suo passaporto.
Un aumento costante nell’identificazione LGBTQ+
Il sondaggio Gallup ha rivelato che nel 2024 il 9,3% degli adulti americani si identifica come parte della comunità LGBTQ+, un aumento di oltre un punto rispetto al 2023. Questo incremento è il risultato di un percorso che ha visto una crescita continua sin dal 2012, quando la percentuale era del 3,5%. In particolare, la percentuale è quasi raddoppiata dal 2020, segnalando un cambiamento sostanziale nelle abitudini di autoidentificazione degli americani.
La Generazione Z: il motore del cambiamento
Un aspetto chiave di questo aumento riguarda la Generazione Z, cioè le persone nate tra il 1997 e il 2006. Gallup ha osservato che oltre il 20% di questi giovani adulti si identifica come LGBTQ+. In particolare, il 22,7% di questa fascia d’età ha dichiarato di non essere eterosessuale, con un incremento rispetto alla media del 18,8% nel 2020. Al contrario, le generazioni più anziane mostrano tassi decisamente più bassi di identificazione LGBTQ+, con solo l’1,8% degli adulti nati prima del 1946 che si dichiarano non eterosessuali.
Diversità di identità all’interno della comunità LGBTQ+
Un’ulteriore osservazione riguarda la varietà di identità all’interno della comunità LGBTQ+. Fra i partecipanti al sondaggio, la maggior parte si identificava come bisessuale (56%), seguita da gay (21%) e lesbica (15%). Un significativo 14% si è dichiarato transgender, mentre il 6% si è identificato con un’altra etichetta LGBTQ+, come pansessuale o queer.
Differenze tra genere, posizione geografica e affiliazione politica
Il sondaggio ha evidenziato anche alcune differenze rilevanti tra generi e contesti sociali. Il 10% delle donne, rispetto al 6% degli uomini, si identificano come LGBTQ+, con una differenza ancora più marcata tra i giovani. Nella Generazione Z, ad esempio, il 31% delle donne si identifica come LGBTQ+ contro il 12% degli uomini. In aggiunta, l’identificazione come LGBTQ+ è più comune nelle aree urbane e suburbane rispetto alle zone rurali, mentre politicamente è più diffusa tra i democratici e gli indipendenti che tra i repubblicani.
Risultati del sondaggio e implicazioni future
Il sondaggio ha coinvolto oltre 14.100 adulti in interviste telefoniche, confermando che l’85,7% degli intervistati si identifica come eterosessuale. Le percentuali di coloro che si dichiarano bisessuali, gay, lesbiche e transgender sono state rilevate rispettivamente al 5,2%, 2%, 1,4% e 1,3%. Meno dell’1% si è identificato con un’altra etichetta, come pansessuale o queer. Nonostante le diversità nelle risposte, l’indagine mostra una crescente visibilità e accettazione delle identità LGBTQ+ nella società americana.
Inclusività e diversità: il pugno di ferro di Trump
I dati raccolti potrebbero far pensare a una maggiore accettazione della comunità LGBTQ+ all’interno del tessuto sociale americano. Tuttavia le aspettative verso una società più inclusiva e aperta verso la diversità sessuale e di genere rischiano di venire deluse dall’azione di Donald Trump che, da quando è tornato in carica, ha adottato una serie di ordini esecutivi che, ad esempio, limitano drasticamente i diritti delle persone transgender e non binarie. Il leader della Casa Bianca ha imposto che il governo riconosca solo due sessi biologici, affermando che le politiche di genere minacciano la sicurezza delle donne. Le agenzie federali si sono adeguate rapidamente, rimuovendo i pronomi identitari dai profili online dei dipendenti e non consentendo più il marcatore di genere “X”. Trump ha inoltre vietato l’uso di marcatori di genere non binari nei passaporti. Chiesti inoltre dall’ex tycoon provvedimenti come il trasferimento delle donne transgender nelle carceri maschili e il divieto alle persone transgender di servire nell’esercito, sostenendo che la loro identità sia incompatibile con la disciplina militare. Infine, ha disposto il blocco dei fondi federali per le cure di affermazione di genere destinate ai giovani transgender.