Uno studio americano riportato da Newsweek ha messo in evidenza come le persone appartenenti alle fasce socioeconomiche più deboli abbiano una maggiore probabilità di morire a causa di malattie cardiache: le cause sono legate a stili di vita e condizioni fisiche penalizzanti per la salute che includono fumo, scarsa attività fisica, abuso di alcol e obesità.

Usa, malattie cardiache più diffuse fra i ceti inferiori

Negli Stati Uniti, la cardiopatia ischemica rappresenta la malattia cardiaca più comune e la principale causa di decesso, secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Si tratta di una condizione in cui i vasi sanguigni si ostruiscono a causa di accumuli di placca, limitando il flusso di sangue al cuore e al resto del corpo. Lo studio ha dimostrato che le persone con un basso livello socioeconomico sono esposte a un rischio maggiore di sviluppare e morire per malattie cardiache rispetto a quelle più benestanti.

Le cause: fumo, sedentarietà, alcol e obesità

«La disuguaglianza socioeconomica influenza significativamente il peso della mortalità per cardiopatia ischemica nella popolazione generale degli Stati Uniti», ha dichiarato Yachen Zhu, autore dello studio e ricercatore dell’Alcohol Research Group. In particolare, comportamenti come il fumo, la sedentarietà, il consumo di alcol e l’obesità spiegano oltre la metà delle disparità socioeconomiche nella mortalità per questa malattia in entrambi i sessi.

Malattie cardiache nelle fasce deboli: differenze tra uomini e donne

Il peso di questi fattori di rischio varia tra uomini e donne. Per gli uomini, questi fattori sono stati più importanti, spiegando una stima del 74 percento della differenza nel rischio di morte per malattie cardiache tra persone di diversa estrazione. Per loro, il fumo è stato il fattore di rischio principale (29 percento del rischio di morte per malattie cardiache) seguito dal livello di attività fisica (27 percento). L’alcol ha spiegato il 12% della disuguaglianza, mentre l’obesità ha inciso solo per il 5%.

Per le donne questi fattori spiegavano il 61 percento delle disuguaglianze nel rischio di malattie cardiache. L’attività fisica nelle donne è risultato il fattore più significativo (26% della disuguaglianza nel rischio di malattie cardiache), fumo e alcol hanno registrato un’importanza moderata (16 e 14 percento). L’obesità ha contribuito per un 5%.

L’importanza delle politiche di sanità pubblica

Zhu ha sottolineato l’urgenza di politiche di sanità pubblica che affrontino questi comportamenti dannosi. «Poiché i comportamenti malsani spesso si concentrano tra individui provenienti da contesti socioeconomici bassi, i nostri risultati evidenziano la necessità di politiche e interventi efficaci di sanità pubblica che affrontino ciascuno di questi stili di vita, sia separatamente che insieme, al fine di ridurre questa disparità».

Analizzati i dati di oltre 500mila adulti statunitensi

I risultati dello studio derivano dall’analisi dei dati raccolti su oltre 524.000 adulti negli Stati Uniti, con un confronto tra il National Health Interview Survey (1997-2018) e il National Death Index del 2019. Durante il periodo di osservazione di 10 anni, sono stati registrati 13.256 decessi per cardiopatia ischemica, evidenziando una chiara correlazione tra livello di istruzione e rischio di morte per malattie cardiache. Secondo Zhu, questa è «la prima ricerca longitudinale nazionale a indagare il contributo dei fattori di rischio comportamentali alle disuguaglianze socioeconomiche nella mortalità per cardiopatia ischemica negli Stati Uniti».

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