Anche la prostituzione e le attività di escort hanno un proprio codice Ateco. È quanto risulta dalla nuova classificazione sviluppata dall’Istat, in vigore da gennaio e che ha iniziato a essere utilizzata dal 1° aprile. Acronimo di «ATtività ECOnomiche», il codice Ateco rappresenta un sistema di classificazione utilizzato per identificare in modo univoco le attività economiche delle imprese e dei liberi professionisti. Con numerose ricadute, da quelle statistiche a quelle fiscali.

Il nuovo codice Ateco per servizi sessuali ed escort

Alla divisione 96 – spiegava l’Istat nel comunicato sui nuovi codici diffuso a dicembre – che «è stata completamente ristrutturata prevedendo nuovi gruppi e nuove classi», spunta il codice 96.99.92 relativo ai «servizi di incontro ed eventi simili», che ricomprende:

  • «attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali;
  • fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione;
  • organizzazione di incontri e altre attività di speed networking».

La prostituzione in Italia vale 4,7 miliardi di consumi

Dopo l’intervento dell’Istat questi lavoratori del sesso saranno classificati dalle statistiche ufficiali e dovranno pagare le tasse, Irpef e Iva. Anche se già lo potevano fare con i precedenti codici Ateco, tuttavia molto più generici facendo riferimento a «servizi alla persona non classificati».

Ma quale sarebbe l’incasso per lo Stato ammesso che tutti i lavoratori del sesso si mettessero in regola? Dipende chiaramente dal reddito e dalle relative aliquote. Ma il giro d’affari fiscalmente aggredibile sarebbe enorme: sempre l’Istat lo valutava nel 2022 a circa 4,7 miliardi, cresciuto in un solo anno del 4%.

Istat: «Codice Ateco sui servizi sessuali legato a classificazione UE»

Travolta dall’effetto della notizia, l’Istat precisa: «L’implementazione della classificazione Ateco 2025 a livello nazionale riguarderà solo gli operatori economici residenti che svolgono attività legali». E comunque è solo «stato recepito dalla classificazione europea delle attività economiche il codice 96.99», una classificazione che originariamente può riguardare anche attività illegali e serve soprattutto per rendere omogenee a livello europee le statistiche.

Codacons, codici prostituzione? «Un corto circuito fiscale»

La questione non è semplice. Avendo codificato e dunque riconosciuto fiscalmente questi lavoratori, l’Agenzia delle Entrate, così come fa con gli autonomi, potrebbe contestare il mancato pagamento delle tasse. Ma il problema oltre ad essere fiscale è anche legale: la nuova classificazione sembrerebbe cozzare con il reato di sfruttamento.

Il Codacons parla di «corto circuito fiscale». «La decisione Istat – spiega il presidente Carlo Rienzisi pone in netto contrasto con la legge italiana che se da un lato non vieta la prostituzione, dall’altro prevede il reato di sfruttamento della prostituzione, inteso anche come partecipazione ai proventi dell’attività di prostituzione».