Fra il 1° agosto 2023 e il 31 dicembre 2024 34.938 donne si sono sottoposte in Italia ad un intervento di impianto di protesi al seno. 39mila pazienti operate se si contano anche i primi tre mesi del 2025. Sono i dati emersi al convegno Registro Nazionale degli Impianti Protesici Mammari (RNPM): un modello per la nuova governance sanitaria al ministero della Salute.

L’intervento per motivi estetici o dopo un tumore

Secondo il Rapporto 2024 con i dati raccolti nel Registro Nazionale Protesi Mammarie da agosto 2023 a dicembre 2024

Impiantate circa 60mila protesi

Nell’ultimo anno e mezzo in Italia sono state impiantate circa 60mila (59.488) protesi, 17.753 quelle rimosse. Il totale delle procedure effettuate è stato di 60.945 su circa 35.000 pazienti. Nello specifico sono state effettuate 15.190 procedure con finalità ricostruttiva di tipo primario (primo impianto di protesi), l’80% delle quali (12.188) a seguito della diagnosi di carcinoma mammario.

L’importanza della diagnosi precoce

Nel 92,5 % dei casi i pazienti sono stati sottoposti a mastectomie conservative e ricostruite in immediato con protesi mammarie. Un dato coerente con l’aumento di diagnosi precoci che favoriscono interventi demolitivi conservativi e una ricostruzione mammaria in un unico tempo.

Terza misura piena la taglia di seno preferita

La misura di seno scelta maggiormente sarebbe una terza abbondante (65,6%), il 29,4% delle donne ha preferito una seconda misura, solo il 5% ha optato per la quarta e la quinta.

La durata delle protesi al seno è variabile

Per quanto riguarda la durata delle protesi, è bene sfatare il mito che siano eterne. Si va dagli 11 ai 14 anni nella mastoplastica additiva, l’intervento con cui si può aumentare il volume del seno modificandone forma e le proporzioni. Nelle ricostruzioni dopo un tumore le revisioni avvengono invece in media dopo 9 anni. Se la ricostruzione si associa alla chemio o alla radioterapia la durata può essere più breve, fino a circa 5 anni.

Protesi per motivi estetici, differenze fra Regioni

Nelle regioni Campania, Lombardia e Lazio sono stati registrati il maggior numero di interventi estetici con il ricorso alle protesi del seno. Nessun intervento invece è stato registrato in Molise e in Basilicata, da dove i pazienti si sono spostati in altre regioni.

Protesi al seno, la funzione del Registro Nazionale

«La governance dei dispositivi medici sta attraversando una fase cruciale. La necessità di disporre di dati che siano Real World Data, completi e affidabili, interconnessi ad altre fonti informative, è oggi essenziale per una programmazione sanitaria innovativa ed evidence based- ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci -. Grazie al Registro Nazionale degli Impianti Protesici Mammari, di cui il Ministero della Salute è particolarmente orgoglioso, assicuriamo il monitoraggio clinico ed epidemiologico della popolazione impiantata, la prevenzione primaria e secondaria; l’allerta rapida, per lo scambio di informazioni su eventi passibili di provvedimenti urgenti a livello nazionale e internazionale».

«Esempio unico nel panorama internazionale»

«Il Registro Nazionale degli Impianti Protesici Mammari – ha dichiarato il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato – rappresenta un esempio virtuoso e unico nel panorama internazionale. È uno dei nuovi modelli organizzativi su cui dobbiamo puntare per ripensare il nostro Servizio Sanitario Nazionale in modo più adeguato alle attuali esigenze sociodemografiche. Il Registro è uno strumento prezioso di raccolta dati, funzionale a monitorare l’appropriatezza e la sostenibilità anche economica dell’uso di questi dispositivi medici e a migliorare così l’assistenza sanitaria per i pazienti».

Uno strumento per monitorare l’assistenza sanitaria

«Grazie alle recenti normative che hanno previsto l’obbligatorietà della trasmissione dei dati, questo strumento innovativo consente di monitorare in maniera sempre più accurata l’efficacia e la qualità dell’assistenza sanitaria, di individuare disomogeneità sul territorio e intervenire con azioni mirate», ha aggiunto Francesco Mennini Capo Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale.