Un bagno gender neutral rivolto a coloro che non si riconoscono nel binarismo di genere. L’iniziativa inclusiva nasce dall’idea di Daniele Lacarbonara, titolare dello stabilimento balneare Tuareg di Campomarino di Maruggio, sulla litoranea jonica tarantina.
Il logo? Metà gonna, metà pantalone
Così, accanto servizi igienici “Uomo” e “Donna”, il lido ha installato il primo bagno “gender neutral” (il logo che indica i servizi è una sagoma metà con la gonna e metà con un pantalone), fornito di servizi igienici accessibili indipendentemente dal genere di chi vuole utilizzarlo.
Bagno gender neutral, come nasce l’idea
“Mi è venuto in mente all’inizio di questa stagione, dopo aver avuto modo di vedere esperienze simili all’estero ma anche in alcune scuole del Nord Italia, a conferma del fatto che i ragazzi sono molto più avanti di noi. Se una ragazza o un ragazzo si sentono più a loro agio in un bagno gender neutral, perché non dovremmo offrire loro questo servizio?”, spiega Lacarbonara a Repubblica.
Le reazioni della clientela
“L’iniziativa è nata dalla nostra sensibilità verso le esigenze di una società in evoluzione – continua Lacarbonara – abbiamo l’abitudine di soddisfare i bisogni della clientela”. Clientela, che di fatto è rimasta indifferente di fronte all’iniziativa a sottolinearne il tratto di normalità che gli si vuole attribuire: “Lo danno per scontato, non ci trovano nulla di male, perché è soltanto un fatto di civiltà: non siamo meno civili e più provinciali del resto del mondo”. “Alcuni avventori hanno chiesto incuriositi – specifica il titolare – ma proteste proprio no. Al contrario invece c’è chi ha apprezzato molto”.
Bagno gender neutral, il primo “cliente”
Il primo ad usufruire dei servizi gender neutral è stato un 28enne di nome Daniele: “Sono gay – dice a Repubblica – ma non credo che questo sia importante: lo è, invece, che qualcuno abbia pensato che possa essere importante mettere i clienti a loro agio, una maniera per rendere anche i luoghi meno discriminanti”.
“No” agli stereotipi
“Ieri c’era Rocco Casalino ed era entusiasta”, racconta ancora il gestore dello stabilimento. “Ma anche dei professori universitari del Nord mi hanno detto che è una maniera per uscire dagli stereotipi di un certo tipo di Sud che non esiste: questo non è un lido gay friendly. È un lido e basta, pieno di famiglie, bambini e persone che vogliono passare una bella giornata al mare. Non serve dire altro” – conclude Lacarbonara.