Dopo la medaglia d’argento dello scorso anno Bolzano si aggiudica il titolo di miglior provincia italiana per qualità della vita. A seguire, sul podio, ci sono la provincia Milano, che sale dal quinto posto del 2022, e quella di Bologna che riconferma la medaglia di bronzo.
Questo il responso dell’annuale classifica dell’Indagine sulla qualità della vita del 2023 realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma.
Qualità della vita, a chi la maglia nera?
Un gradino sotto al podio si posizionano la provincia di Trento, seguita da Firenze, Padova, Parma, Monza e della Brianza, Aosta, Pordenone. In fondo alla graduatoria, come nel 2022, c’è Crotone (107esima). In coda, insieme alla provincia calabrese, si posizionano le siciliane Messina e Caltanissetta (105esima e 106esima).
I campi della ricerca
Sono nove le dimensioni analizzate dallo studio: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza (dove Milano chiude in ultima posizione), sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, tempo libero e turismo, reddito e ricchezza. Con ulteriori 14 sottodimensioni e 92 indicatori di base.
“Territori con scarsa qualità della vita per il 37,2% degli italiani”
La qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 province italiane su 107, “in linea con gli ultimi due anni”: 64 nel 2022 e ancora 63 nel 2021. Sono quindi 21 milioni 909mila i residenti che, secondo la ricerca, vivono “in territori caratterizzati da una qualità della vita scarsa o insufficiente“, il 37,2% della popolazione italiana. Lo scorso anno erano 21 milioni 789mila, si registra, quindi, un lieve arretramento rispetto al 2022.
Frattura tra Centro-Nord e Sud
La ricerca conferma una tendenza: la frattura tra il Centro-Nord, più performante e resiliente, e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una persistente vulnerabilità. Nelle province e città metropolitane centro settentrionali appartenenti al cluster “metropoli” si sottolinea una “forte ripresa“, negli ultimi due anni.
Tendenza “post-Covid” che è ben rappresentata “dal secondo posto del capoluogo lombardo, dai dati di Bologna e Firenze, ma anche dalla performance di Torino (31esima) e Roma (33esima), che scalano una ventina di posizioni rispetto al 2022″.