Studiare all’università in Italia costa caro. Sono 9.378 euro l’anno per uno studente in sede, 10.293 euro per un pendolare e 17.498 euro l’anno per un fuorisede. Ecco i dati allarmanti contenuti nell’ultimo report curato dall’Unione degli universitari con la collaborazione di Federconsumatori. A distanza di due anni dall’ultimo rapporto, l’Udu ha rilevato che il costo medio annuo degli studi, per un giovane universitario, è aumentato di circa 5 mila euro. Sono numeri che disincentivano i ragazzi a inseguire le loro ambizioni e rendono l’università “un lusso per pochi”, viene scritto.

I rincari per gli studenti dell’università

Tasse, alloggio, pasti, trasporti, materiale didattico, salute e attività culturali e ricreative. Sono questi gli elementi che, in diversa misura, pesano sulle tasche degli universitari. Con enormi differenze in base alla città e alla regione. Per uno studente fuorisede un anno di studi al Nord può arrivare a costare fino a 19mila euro; oltre 17mila per chi invece studia al Centro e 14.200 per chi studia al Sud.

Il problema degli alloggi

A svuotare il portafoglio degli universitari e delle loro famiglie è in primis l’alloggio. Si calcolano canoni di locazione mensili che vanno dai 645 euro di Milano ai 250 euro di Palermo. A questo costo fisso vanno aggiunti i pasti, con una spesa media che può arrivare a più di 400 euro al mese al Nord, 359 al Centro e 282 al Sud.

Il prezzo annuo dei libri

Anche i costi per l’accesso ad attività culturali (941 euro a nord, 914 al centro, 702 al sud) e sportive (896 al nord, 749 al centro, 722 al sud) sono alti, al punto che molti ragazzi vi rinunciano. Per non parlare del prezzo annuo dei libri, che a Medicina raggiunge la cifra di 1.930 euro, 829 euro il costo dei libri a Biologia, 431 a Lettere, 411 a Giurisprudenza. La più economica è Matematica con 289 euro.

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Il tasso di abbandono sale

Insieme ai costi, sale purtroppo di conseguenza anche il tasso di abbandono. Per gli immatricolati nel 2020-2021 ha raggiunto il 14,5%. Ma a lasciare l’università non sono solo le matricole. Il 20,4% degli studenti rinuncia dopo 3 anni dall’immatricolazione e il 24,2% dopo sei anni. In Italia solo il 28,3% della popolazione tra i 25 e i 34 anni riesce a conseguire un titolo universitario. Un dato molto al di sotto della media Ocse che si attesta al 47,1%.

Lo sciopero del 17 novembre

“I costi per sostenere gli studi, dalle superiori di primo grado in poi, hanno raggiunto livelli insostenibili nel nostro Paese e crescono di anno in anno. Questo non fa altro che accrescere le disparità tra chi può permettersi di mantenere un figlio fino al livello più alto di istruzione e chi, invece, non può sostenerne i costi”, dichiara Federconsumatori. Proprio per per riportare al centro i problemi dei giovani e rivendicare misure reali a sostegno delle famiglie, il 17 novembre l’Unione degli Universitari e Federconsumatori scenderanno in piazza, in tutta Italia.

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