Obiettivo raggiunto: sono state raccolte 500mila firme per il referendum che punta a dimezzare da dieci a cinque anni di residenza legale continuativa il termine dopo il quale gli stranieri possono chiedere la cittadinanza. Appresa la notizia, la premier Giorgia Meloni da New York ha fatto sapere: «L’Italia ha una ottima legge. Non vedo quindi la necessità di cambiarla».

Gli appelli

A fare volare la raccolta firme, che era partita un po’ in sordina, sono stati gli appelli fatti negli ultimi giorni da diversi esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura: da Alessandro Barbero a Roberto Saviano, da Zerocalcare a Matteo Garrone, e poi Ghali, Malika Ayane, Julio Velasco e tanti altri. Nelle ultime settantadue ore si è registrata un’impennata di firme, e alla fine l’obiettivo è stato raggiunto.

Referendum cittadinanza: i contrari

Non tutti, però, hanno sottoscritto la proposta di referendum sulla cittadinanza. Non lo ha fatto il leader M5s, Giuseppe Conte, il quale è convinto che il Movimento debba portare avanti una propria proposta di legge. Anche Fratelli d’Italia lavora a un proprio testo e Giorgia Meloni è stata chiara su quello che pensa.

Una raccolta firme difficile

Tra i promotori del referendum c’è il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, che ha detto: «Gli italiani dimostrano una grande voglia di partecipazione e di non essere rassegnati al modo ideologico con cui questo governo tratta temi centrali per il futuro del paese». Magi ha anche ringraziato «tutti quelli che hanno creduto» nella possibilità del referendum: «Inizialmente erano pochissimi», ha detto.

Infatti, all’inizio la raccolta firme stentava a decollare. Poi gli appelli sui social hanno mobilitato tantissime persone e nelle ultime ventiquattro ore sono arrivate ben 180mila firme. Ad avere contribuito di più sono state le regioni del Nord: la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte, seguite da Lazio e Toscana.

Referendum cittadinanza: il nuovo appello

Ma i promotori dell’iniziativa chiedono adesso di continuare a firmare per dare «ancora più forza a questa iniziativa popolare». L’obiettivo è fare pesare, anche a livello politico, le tante sottoscrizioni incassate.

Stando al cronoprogramma dei promotori, adesso la proposta di referendum dovrà prima superare il vaglio di ammissibilità della Corte costituzionale a febbraio. In primavera si potrebbe andare al voto. Sarà questa la vera prova del fuoco della partecipazione.

Nel frattempo, la sfida sulla cittadinanza si giocherà anche in Parlamento. Il Pd ha già depositato una sua proposta di legge e il Pdl degli azzurri ha pronta la proposta sullo ius scholae, che prevederebbe dieci anni di frequenza scolastica per ottenere la cittadinanza.

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