È stato uno dei gialli che hanno sconvolto di più l’Italia negli ultimi anni: la piccola Sarah Scazzi, 15 anni, sparì da Avetrana, in provincia di Taranto, il 26 agosto 2010, e fu poi ritrovata morta in un pozzo. Per il delitto fu accusato prima suo zio, Michele Misseri, che confessò e ritrattò. A essere condannate sono state, invece, la moglie di lui, Cosima Serrano, e la figlia Sabrina Misseri, alla quale la ragazzina uccisa era affezionatissima.

Una sentenza che, però, non ha soddisfatto una parte degli italiani, convinti che dietro il delitto si celi una realtà diversa da quella uscita dal processo. Oggi, a distanza di quasi quattordici anni da quell’orribile delitto, la mamma di Sarah, Concetta Serrano, si dice disposta a incontrare Michele Misseri, marito di sua sorella Cosima, per sentire da lui che cosa accadde quel giorno.

“Voglio capire che cosa è accaduto”

“Davanti a una verità processuale, quello che vogliamo possa emergere da un eventuale incontro o confronto con Michele Misseri, è capire perché è successo tutto questo”, ha fatto sapere mamma Concetta Serrano attraverso il suo avvocato, Luigi Palmieri. Il quale ha aggiunto: “È questo l’unico motivo per il quale si è pensato a questa possibilità. Vogliamo comprendere quello che è avvenuto”.

Sarah Scazzi, 15 anni, uccisa ad Avetrana nel luglio 2010

Sarah Scazzi, la verità di “zio Michele”

Michele Misseri è tornato in libertà lo scorso 11 febbraio. L’uomo, che ha 70 anni, era stato condannato a otto anni per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove. Ma ha potuto godere di uno sconto di pena per buona condotta e di un risarcimento economico per le condizioni in carcere.

Appena scarcerato, è tornato ad Avetrana e ha ribadito: “Sono stato io. Ho detto il falso quando accusai mia figlia. Sono stato mille e mille volte reo confesso”. Poi, ha aggiunto: “Io non volevo uscire perché non è giusto, sono io il colpevole. Questa colpa mi fa stare male”.

Due innocenti in carcere?

Nel delitto di Avetrana c’è, dunque, una verità processuale diversa da quella reale? I giudici di primo e secondo grado, e quelli della Corte di Cassazione, hanno riconosciuto colpevoli dell’omicidio Cosima Serrano e Sabrina Misseri, accusandole di avere strangolato la ragazzina nella loro villa in via Deledda, ad Avetrana, dove Sarah Scazzi si recava ogni giorno. E dove era andata anche quel pomeriggio, dubito dopo pranzo, perché sperava di recarsi al mare con la cugina. Le due donne stanno scontando l’ergastolo, ma dal carcere ribadiscono la loro innocenza.

Sarah Scazzi, la madre vuole la verità

Tuttavia, Michele Misseri continua a professarsi colpevole e a dichiarare che sua moglie e sua figlia stiano pagando ingiustamente per un delitto che non hanno commesso. La mamma di Sarah Scazzi, Concetta Serrano, ha fatto sapere di essere disponibile a vedere Misseri anche “in privato“. L’incontro, però, è subordinato a una condizione: la presenza di suo figlio Claudio. La donna ha anche precisato che, se lo vorrà, potrà partecipare anche Valentina Misseri, l’altra figlia di Michele.

La lettera di Valentina Misseri

L’avvocato Luigi Pamieri ha spiegato: “Concetta, per ovvi motivi, non gradisce un incontro di persona, e da sola, con Michele Misseri. Non si è mai sottratta ad un confronto o ad una replica alle sue dichiarazioni, ma a distanza. Nessuno della famiglia Scazzi cerca ancora un processo mediatico“. Il riferimento è alle parole scritte in una lettera pubblicata dal quotidiano La Stampa da Valentina Misseri, dove la ragazza afferma di sperare in un incontro. Ma poi precisa di avere sentito suo padre, il quale le ha detto che il confronto sarebbe avvenuto “alla presenza di giornalisti”.

“Per me”, precisa nella lettera la ragazza, “sentire questo è stata una pugnalata al sentimento più importante che ho in questi anni, la speranza“. Delusa, dunque, Valentina Misseri ritiene che, con queste modalità, il “famoso confronto con zia Concetta sarebbe stato una versione di Temptation island senza falò”. Ma la mamma di Sarah Scazzi è pronta a un incontro privato: il suo scopo è conoscere finalmente la verità.